BRINDISI, 29 luglio 2021 – La storia di Josh Perkins, nuovo volto della Happy Casa Brindisi.Settecentododici: un numero impresso nella vita di JP. 712 come gli assist forniti nella sua carriera da atleta di Gonzaga University. Miglior assistman nella storia dei Bulldogs, un’etichetta importante, a volte ingombrante, ma certamente iconica per la storia di un ragazzo dal talento indiscutibile con un percorso tutto da raccontare.
La pallacanestro è sempre stata nel suo DNA. Figlio di Randy, ex giocatore di college che dovette abbandonare il basket giocato per dedicarsi alla nascita del figlio, divenne successivamente direttore del ‘Colorado Miners Community Outreach’ , un centro in grado di servire una delle comunità più povere dell’area metropolitana di Denver, Elyria. Valori con cui Josh è cresciuto e maturato, risultando un leader non solo all’interno ma soprattutto al di fuori del campo di gioco. Laureato in ‘Sport Management’ con una media voti estremamente significativa tanto da essere nominato ‘WCC Male Scholar-Athlete of the Year’, è stato sempre protagonista attivo in campagne di sensibilizzazione partecipando alla costruzione di case all’interno del progetto ‘Habitat for Humanity’, visite negli ospedali per trascorrere del tempo con i veterani da guerra, ospite fisso del camp ‘Goodtimes’ al fianco dei bambini affetti da forme di cancro e tanto altro.
La carriera cestistica sboccia al ‘Regis Jesuit High School’ trascinando la sua squadra a vincere il Colorado 5A State Championship a una media di 25,2 punti e 6,5 assist nell’anno da senior. Il passaggio successivo è ‘Huntington Prep’, in West Virginia, per giocare a un livello superiore e prepararsi alla scelta più importante della sua vita. Una parabola in ascesa che cattura le attenzione di oltre venti college pronti ad offrigli rinomate borse di studio.
‘The Decision’: Numero 24 della top.100 stilata da Espn nel 2014, Perkins riduce la lista a tre opzioni (UCLA e Minnesota in lizza) e fa ricadere la scelta su Gonzaga University, annunciandolo in diretta in uno studio televisivo a Denver circondato da amici e familiari. “Josh è probabilmente una delle nostre reclute più ‘stellate’ che abbiamo avuto la fortuna di firmare. Ha un grande potenziale, è un passatore eccellente, è abbastanza atletico e abbastanza forte da entrare in penetrazione e finire al ferro. È un ragazzo per cui abbiamo grandi aspettative” le parole di coach Mark Few alla firma.
Aspettative decisamente ripagate nonostante un inizio non troppo beneagurante, anzi. Un incidente di percorso decisamente insolito per un giocatore di pallacanestro. Alla quinta partita con i Bulldogs riceve un calcio in pieno volto da un avversario che salta in maniera scomposta per tentare di stoppare il tiro: colpo durissimo, frattura della mascella e KO per i successivi cinque mesi. Un anno praticamente perso, ‘condonato’ dalla NCAA per non togliere la possibilità di completare il percorso quadriennale. “Non riuscivo a masticare e per molto tempo ho dovuto seguire una dieta senza cibo solido. Un periodo molto complesso che ho dovuto sfruttare per farmi trovare ancora più pronto mentalmente al rientro in campo