Nella mattinata odierna, in vari comuni della provincia di Brindisi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito degli elementi emersi dalle indagini effettuate dai militari della Compagnia di San Vito dei Normanni, nei confronti di 20 persone, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi, estorsioni, corruzione, rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale e detenzione di banconote false.
Le indagini sono state avviate a seguito di una denuncia per tentata estorsione sporta da un imprenditore di Carovigno. Le indagini effettuate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali e pedinamenti, hanno fatto emergere un giro di spaccio di droga del tipo cocaina, marijuana e hashish, tra i Comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni, nonché di estorsioni ai danni di imprenditori locali. Sono stati arrestati in carcere: Armando Caccetta, ostunese di 37 anni; Savio Di Gioia, 39 anni di Mesagne; Alessio Di Latte, 33 anni di Ostuni; Christian Ferri, 32 anni brindisino; Francesco Leo, 49 anni originario di Isola Capo Rizzuto; Vincenzo Monna, 36 anni di Cisternino; Angelo Saponaro, 30 anni di Cisternino; Giovanni Saponaro, 57 anni di Carovigno; Cosimo Saponaro, 50 anni di Ostuni; Mirco Scatigna, 26 anni ostunese; Giuseppe Suma, 37 anni di Ostuni; Francesco Turrisi, 44 anni ostunese e Pietro Venerito, 29 anni di Ceglie Messapica. Ai domiciliari sono finite invece, Catia Cardone, 33 anni di Ostuni e Nicol Lucia Moore, 22 anni nata in Inghilterra. E’ stato inoltre, disposto l’obbligo di dimora nei confronti di Maria Greco, 46enne di Carovigno, mentre altri due indagati sono allo stato irreperibili. Coinvolto nelle indagini anche un appuntato scelto in servizio presso la Compagnia Carabinieri di San Vito, Antonello Zurlo, il quale è stato sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio per un anno. Secondo gli investigatori, avrebbe fornito, in cambio di denaro, a Francesco Turrisi, informazioni riservate circa le indagini in corso. Alcuni degli indagati inoltre, hanno dimostrato di essere in stretto connubio con il tessuto malavitoso locale, disponendo illegalmente anche di armi, che tranquillamente portavano fuori dalla loro abitazione, facendone anche uso. Un ruolo di primo piano, secondo gli inquirenti, sarebbe stato rivestito da Armando Caccetta e Giovanni Saponaro, quest’ultimo facente parte della compagine societaria della squadra di Calcio del Carovigno e ritenuto responsabile di estorsioni ai danni di imprenditori locali, i quali gestivano lo spaccio, coinvolgendo anche minori. Nel corso dell’indagine, grazie ai sequestri di cocaina, marijuana e hashish ed agli arresti in flagranza di reato, è emerso il coinvolgimento nell’attività di spaccio di Alessio Di Latte e Catia Cardone, i quali raggiungevano gli acquirenti, a bordo della propria auto, dopo aver fatto la spola dal luogo di rifornimento della droga, che veniva nascosta all’interno di alberi di ulivo o di muretti a secco, in zone di campagna abbandonate. Inoltre, con il medesimo modus operandi, è emerso il coinvolgimento di Cosimo Saponaro, Lucia Nicole Moore, Christian Ferri, Vincenzo Monna, Giuseppe Suma, Angelo Saponaro, Korado Shahini e Mirco Scatigna, quest’ultimo aiutato dalla madre Maria Greco, nell’attività di spaccio. È stata inoltre documentata la spartizione territoriale dell’attività di spaccio che, per quanto riguarda la piazza di San Vito dei Normanni, era demandata alle figure di Savio Di Gioia e Francesco Turrisi. Proprio alcuni dissidi scaturiti a seguito di tale spartizione territoriale, ha consentito poi di documentare alcune tensioni tra gli indagati, enfatizzate dalla non comune pericolosità sociale di alcuni di loro, come nel caso proprio di Savio Di Gioia. Quest’ultimo è infatti risultato responsabile dell’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco sull’abitazione del carovignese Cosimo Saponaro. Sempre nel corso delle indagini svolte dai Carabinieri di San Vito dei Normanni, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso un ulteriore spunto investigativo che, all’esito degli approfondimenti svolti dalla Guardia di Finanza di Ostuni, con accertamenti bancari, societari e tabulati forniti dall’INPS di Ostuni e Francavilla Fontana, ha consentito di disvelare un sistema di assunzioni fittizie di operai, finalizzate al conseguimento del contribuito di disoccupazione che veniva spartito con il datore di lavoro. Al termine di tutti questi approfondimenti investigativi, il G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi ha emesso decreti di sequestro per equivalente nei confronti di alcuni degli indagati, per un importo complessivo di circa 35.000,00 euro.