Nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Brindisi, sull’omicidio di Giampiero Carvone, perpetrato da ignoti nel corso della notte fra il 9 e 10 settembre scorso, è stata eseguita nella mattinata odierna dal personale della Squadra Mobile della Questura, un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal GIP del tribunale di Brindisi nei confronti di tre persone, resesi responsabili dei delitti di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, una pistola a funzionamento semiautomatico, sul cui utilizzo da parte di tutti i possessori, sono in corso accertamenti.
Di altre armi e cose potenzialmente collegate con l’omicidio in questione, continua la ricerca mediante l’esecuzione di perquisizioni impiegando anche Unità cinofile della Polizia di Stato. L'arma che ha determinato l’arresto di Alessandro e Stefano Coluccello, fratelli, e di Giuseppe Sergio, era stata custodita dal primo, mentre già si trovava in stato di arresti domiciliari per aver preso parte alla commissione del delitto di estorsione pluriaggravata tentata in concorso, ai danni di Piero Carvone, padre di Giampiero, cinque ore prima dell’esplosione di un colpo di fucile che avrebbe poi destato il panico tra le donne e i bambini presenti nella piccola piazza posta tra via Bradano e via Adige, alle spalle della chiesa del Cuore Immacolato di Maria, e nove ore prima dell’omicidio sul quale non sono mai state interrotte le investigazioni, inserite nel più ampio contesto di quelle attivate a seguito dei gravi episodi criminosi verificatisi nel corso dell’estate nel territorio della città di Brindisi, in ultimo sfociate nell’arresto di quattro rapinatori gravitanti nel medesimo contesto che vedeva coinvolto Giampiero Carvone. Stefano Cuccello e Giuseppe Sergio erano stati pure responsabili di quel colpo di fucile a canne mozze nel pieno centro del quartiere Perrino alle 21.20 circa del giorno 9 settembre, tre ore prima dell’omicidio di Carvone, a pochi metri da quello stesso luogo. I due erano stati quindi rinchiusi presso la Casa Circondariale di Brindisi e la loro posizione è ora aggravata dalla contestata capacità di procurarsi ed usare più armi comuni da sparo, lunghe e corte. Gli inquirenti proseguono le indagini volte a raccogliere prove inconfutabili anche in merito al responsabile dell’omicidio