I Carabinieri della Compagnia di Brindisi hanno dato esecuzione dalle prime luci dell’alba, ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 11 persone, 9 finite in carcere e due sottoposte all’obbligo di dimora, responsabili a vario titolo di illegale detenzione e porto in luogo pubblico di arma da guerra del tipo kalashnikov e di arma comune da sparo, danneggiamento seguito da incendio, violenza privata, sequestro di persona, rapina, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. I fatti sono riconducibili agli scontri dell’autunno scorso in città, quando due fazioni si sono fronteggiate con una serie di attentati e ferimenti con armi da fuoco, tra cui kalashnikov.
Su molti episodi riguardanti gli scontri, erano già stati emessi due provvedimenti dell’A.G. a carico di 9 persone. Le contestazioni del provvedimento odierno riguardano invece avvenimenti non contenuti nei primi due, per fatti commessi a Brindisi nel novembre 2017, comunque inquadrabili nella stessa dinamica. Le indagini si riferiscono a due presunti gruppi riconducibili ad Antonio Borromeo e Antonio Lagatta, arrestati mesi fa ed attualmente ristretti in carcere. Gli arrestati della prima fazione sono Antonio Borromeo, 25 anni, Antonio Libardo, 40 anni, Lorenzo Russo, 21 anni, Tiziano Marra, 20 anni. Gli arrestati riferibili al secondo gruppo sono invece Diego Pupino,23 anni, Alessio Giglio, 25 anni, Claudio Rillo, 23 anni e Michael Maggi, 24 anni. La misura dell'obbligo di dimora nel Comune di residenza è stata emessa a carico di Damiano Truppi e Vincenzo Vantaggiato. Questa seconda tranche di indagine, trae origine dal ferimento di Damiano Truppi il 2 novembre 2017 e da quanto accaduto il 3 novembre successivo, quando si verificarono 5 episodi criminosi diversi e distinti, l’incendio di due auto di proprietà di Antimo Libardo, il ferimento di Antonio Fontò, l’inseguimento tra Libardo e i carabinieri al rione S.Elia e poi il ferimento di Loriano Marrazza, fratellastro di Tiziano Marra e la successiva esplosione di colpi di arma da fuoco tipo da guerra, contro l’abitazione di Libardo. Tutti episodi, che secondo gli investigatori, confermano l’esistenza di una vera e propria faida tra esponenti della criminalità locale ed organizzati in due fazioni contrapposte, rispettivamente riconducibili, come detto, a Borromeo e Lagatta. Nel corso delle indagini sono state inoltre sequestrate quattro pistole con relativo munizionamento, due auto rubate, parte del bottino di una rapina pari a 10mila euro, abbigliamento utilizzato per il travisamento e due ricetrasmittenti. Borromeo e Lagatta, Michael Maggi e Claudio Rillo, sono stati arrestati dai carabinieri nel blitz Alto Impatto, il 7 novembre scorso. La guerra tra le due fazioni era iniziata però la notte del 13 settembre, quando furono esplosi colpi di kalashnikov contro una palazzina in piazza Raffaello, al rione Sant’Elia, dove Christian Ferrari era rientrato per un permesso premio di 36 ore, dalla comunità dove era ristretto ai domiciliari dopo l’arresto per la rapina alla gioielleria Follie d’oro dell’Ipercoop del dicembre 2014. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori nella prima ordinanza di custodia cautelare, a sparare sarebbe stato Antonio Borromeo insieme a dei complici. La reazione non si fece attendere da parte di Angelo Ferrari, padre di Christian, anche lui arrestato, che prese di mira l’auto di Borromeo. Claudio Rillo, Alessio Giglio e Diego Pupino sono accusati della rapina ai danni di un portavalori della Cosmopol avvenuta il 6 novembre davanti al McDonald del centro commerciale BrinPark. Sotto la minaccia di una pistola, i malviventi si fecero consegnare dai vigilantes un sacco con l’incasso appena prelevato dall’esercizio commerciale, per poi fuggire a bordo di un’Alfa Giulietta. Rillo e Maggi, considerati vicini al gruppo di Lagatta, avrebbero partecipato ad una sorta di esercitazione con lo stesso Lagatta, sparando alcuni colpi di arma da fuoco in via Corte Sele, al quartiere Perrino, la notte del 10 ottobre scorso e avrebbero poi preso parte a un’azione di fuoco, non andata a buon fine, tre giorni dopo, ai danni di Borromeo. Del gruppo di Lagatta, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto parte anche Diego Pupino, al quale sono stati riconosciuti i domiciliari. Tutti i dettagli dell’operazione sono stati resi noti stamani nel corso di una conferenza stampa presso il Comando provinciale dei Carabinieri