Il 22 settembre scorso, in una ditta brindisina che opera nel campo degli impianti termo-idraulici, vennero rubate attrezzature, materiali e tre mezzi aziendali furgonati. A poche ore dall’episodio, è giunta al proprietario la richiesta, da parte di ignoti interlocutori, di versare una cospicua somma di denaro per rientrare in possesso di quanto rubato, il tutto accompagnato dalla minaccia, in caso di mancato pagamento, che mezzi e attrezzature sarebbero stati dati alle fiamme. Il successivo week-end è trascorso con un susseguirsi di telefonate per trattare i termini per la migliore risoluzione della vicenda.
A questo punto, gli operatori della Squadra Mobile, venuti a conoscenza dell’iniziativa estorsiva in corso, hanno messo sotto osservazione tutti i luoghi dove poteva avvenire l’eventuale epilogo della trattativa. Di concerto con la Procura, sono state attivate anche operazioni di natura tecnica per un più stretto monitoraggio dell’intera vicenda. Poi, nel tardo pomeriggio di lunedì 25 settembre, gli investigatori della Mobile hanno assistito ad un incontro tra le vittime ed un giovane, subito riconosciuto per i suoi precedenti di polizia. Attesa la fine del colloquio, l’uomo è stato bloccato dagli agenti e trovato in possesso del denaro che gli era stato consegnato dalle vittime. Si tratta di Jonathan Muolo, classe 1993, tratto in arresto per l’ipotesi di reato di concorso in azione estorsiva. Nel corso poi di servizi di perlustrazione del territorio, con particolare riferimento ad alcuni luoghi dove spesso vengono abbandonati o nascosti veicoli rubati, i poliziotti hanno rinvenuto due dei tre mezzi rubati alla ditta brindisina. Le attività investigative e di riscontro non si sono fermate con l’arresto di Muolo, in quanto era già chiaro, dagli elementi fino a quel momento raccolti, che il giovane non aveva potuto agire da solo. Infatti, da quanto emerso dalle indagini, risultavano coinvolte altre 4 persone. Il G.I.P., accogliendo la tesi del Pubblico Ministero, ha così emesso una misura cautelare a carico dei soggetti ritenuti, a vario titolo, complici di Muolo nel reato di estorsione aggravata. In particolare, il provvedimento restrittivo nei giorni scorsi, prevede l’applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico dei 4 complici e modifica il precedente provvedimento nei confronti di Muolo, al quale è ora contestato anche di aver commesso il fatto. Gli altri destinatari della misura cautelare sono Vittorio Corsa, brindisino classe 95, Seko Ajkunic, classe 1984 di origini iugoslave, Antonio Lagatta brindisino classe 1995, ritenuto coautore del reato con Muolo nonché colui che stabiliva l’importo delle somme da richiedere alle vittime e Alessandro D’Errico, brindisino classe 1975. Nella mattinata odierna, gli investigatori della Squadra Mobile, hanno raggiunto in carcere Muolo per notificargli il relativo provvedimento e Lagatta, già ristretto per altra causa, mentre hanno rintracciato e sottoposto agli arresti domiciliari gli altri tre.