Dopo molti mesi di indagine, l’acquisizione di copiosa documentazione, l’analisi del contenuto di conversazioni captate a seguito di intercettazioni nonché di conseguente attività di riscontro, la Squadra Mobile della Questura di Brindisi ha concluso, con il diretto coordinamento della locale Procura della Repubblica, un’articolata azione investigativa nel campo degli illeciti contro la Pubblica Amministrazione. Le indagini sono partite da un episodio di natura intimidatoria ai danni di un Dirigente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari dell’Asl di Brindisi, per poi evolversi fino a rilevare episodi di corruzione, truffa e falso consumatisi a Brindisi e Provincia tra il 2015 e il 2017. A carico di un Direttore Amministrativo, a suo tempo in servizio presso l’ASL brindisina, gli investigatori avrebbero rilevato un caso di corruzione.
Il Dirigente, in cambio del compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio, avrebbe ottenuto, quale utilità economicamente valutabile, l’attuazione dei lavori di ristrutturazione di un immobile. Lo stesso avrebbe cioè esercitato pressioni presso l’Area Risorse Finanziare dell’ASL della Provincia di Brindisi, in favore di una ditta edile, affinché venisse liquidato il pagamento, in anticipo rispetto ai tempi previsti e quindi in violazione dell’ordine cronologico di emissione delle fatture, di un SAL (stato avanzamento lavori), relativo al rifacimento dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’Ospedale di Francavilla Fontana. In cambio dell’interessamento del funzionario pubblico, il titolare della ditta edile si sarebbe poi adoperato, con la mediazione di un dipendente, in lavori di ristrutturazione dell’immobile riferibile ad una persona vicina al funzionario dell’ASL. Un altro funzionario poi, in questo caso appartenente alla Direzione del Presidio Ospedaliero di Brindisi, avrebbe redatto proposta di delibera ideologicamente falsa, attestante l’esistenza degli utili presupposti di legge per liquidare fatture emesse dagli amministratori di una R.S.A. della Provincia leccese, procurando così a questi ultimi, un ingiusto profitto di circa 185.000 Euro. Il funzionario e i due amministratori della R.S.A. sono chiamati a rispondere di concorso in truffa. E ancora, lo stesso funzionario amministrativo del Presidio Ospedaliero di Brindisi, in concorso con gli amministratori di una Onlus della Provincia brindisina, è chiamato a rispondere di un’altra truffa. Si sarebbe infatti adoperato per intervenire in favore degli amministratori di questa Onlus che, con artifizi e raggiri, avevano avanzato richieste di pagamento per servizi di trasporto sangue o encefali in luogo degli effettivi servizi resi di trasporto secondario e cioè quello degli infermi. Il Direttore Amministrativo, sia con proposte che direttamente, si sarebbe speso affinché venissero liquidate alcune fatture presentate dagli amministratori della Onlus. Pagamenti per importi non dovuti poiché non rientranti nell’oggetto delle delibere ASL e comunque maggiorati del 50% in quanto spacciati come effettuati con ambulanze, quando invece avvenivano con auto mediche. Il tutto per il conseguimento di un profitto illecito che si aggirava intorno ai 27.000 Euro. Analoga azione truffaldina è stata attribuita allo stesso Funzionario amministrativo, in concorso con gli amministratori di un’altra Onlus. Anche in questo caso, i due amministratori della Onlus richiedevano all’ASL il pagamento di fatture per servizi di trasporto sangue ed encefali invece che per il solo trasporto secondario di infermi. Il funzionario pubblico si sarebbe pertanto speso, per far liquidare quelle fatture, anch’esse relative ad importi non previsti dalle delibere ASL e maggiorate. In quest’occasione, l’importo complessivo del profitto illecito conseguito si aggirava intorno ai 55.000 Euro. Due episodi di falso sono stati poi rilevati sempre in capo al Direttore Amministrativo del Presidio Ospedaliero locale, il quale avrebbe attestato fatti non corrispondenti al vero in delibere finalizzate a mantenere in R.S.S.A (Residenza Socio Sanitaria Assistenziale) pazienti che non avevano i prescritti requisiti. 9 persone fisiche e 2 giuridiche sono state quindi raggiunte da “avviso all’indagato ed al difensore della conclusione delle indagini preliminari”, notificato per conto della Procura dagli investigatori della Squadra Mobile.