Sui temi #persona #lavoro #territorio #prossimità per uno sviluppo locale sempre più sostenibile, si è tenuto a Manduria, presso la Sala riunioni del GAL Terre del Primitivo, il Consiglio Generale della Cisl Taranto Brindisi. I lavori sono stati introdotti dal saluto del Presidente del GAL, Dott. Dario Daggiano ed avviati dalla relazione di Antonio Castellucci, Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi. Nel corso del dibattito, è intervenuta poi Daniela Fumarola, Segretaria Generale Cisl Puglia, mentre le conclusioni sono state affidate a Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto Cisl nazionale.
Di seguito la relazione introduttiva del segretario Castellucci
Saluto e ringrazio le amiche e gli amici presenti ai nostri lavori odierni; in particolare ringrazio il Presidente del GAL Manduria Dario Daggiano, per il suo saluto e per l’ospitalità che ci ha riservato in questa sede bella ed accogliente. Saluto Daniela Fumarola Segretaria Generale Cisl Puglia e Gigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto della Cisl Confederale, che concluderà i nostri lavori. Ci ospita oggi un luogo simbolo di una lunga quanto produttiva vertenzialità, espressa a partire dalla fine degli anni ’90, dal sindacato confederale nel territorio ionico.
Il nostro obiettivo era - e continua ad essere - “Non solo quantità”, nella piena consapevolezza che il produttore vitivinicolo locale - a partire dagli anni ‘90 - era in crisi non solo perché il suo prodotto - in particolare vino primitivo - restava invenduto o era prevalentemente impiegato nel taglio di altri vini – in maggioranza del Nord i cui industriali venivano qui per fare incetta – ma anche perché questo stesso prodotto non veniva promosso e gestito commercialmente sul versante anche della qualità.
L’idea della Cisl in un quadro di concertazione territoriale fu (come è ampiamente documentato) quella di utilizzare i cd. Patti territoriali espressamente concepiti come strumento di promozione della cultura associazionistica; una cultura tesa alla qualificazione, alla valorizzazione dei prodotti locali e per dare ad essi identità, anche nel comprensorio orientale della provincia.
Siamo convinti che l’Agricoltura dei nostri territori, a fronte di mercati ormai globalizzati può e deve continuare ad affermare la sua piena tipicità.
Per buona parte qui, l’area è interessata appunto dal primitivo di Manduria.
Conoscere, tutelare, valorizzare le produzioni tipiche e far scoprire e vivere queste terre del Primitivo di Manduria, così come tutte le altre aree a vocazione agricola delle due province con gli ulivi secolari, uva da tavola, ortaggi, carciofi, angurie, zootecnia, agrumi ed altro, consentono di preservare e tramandare anche il più grande capolavoro di questi angoli di vero paradiso della natura della nostra Puglia, ossia il nostro paesaggio agrario.
Un paesaggio che oggi però, è in forte sofferenza e chiede soluzioni concrete contro la xylella (batterio che colpisce gli alberi di ulivo) fenomeno che a partire dal basso Salento ha interessato finora, oltre un terzo di superficie del territorio pugliese ma rispetto al quale, non esitiamo ad affermare che sta anche mettendo in ginocchio tutta la filiera dell’olio pugliese, a causa di una gestione rivelatasi a dir poco impropria da parte della Regione Puglia e poco meno che sufficiente del Ministero alle Politiche Agricole Forestali Alimentari e del Turismo.
Al nuovo Governo chiediamo con urgenza soluzioni concrete, risorse economiche mirate e non più sottovalutazioni, per evitare che il batterio continui ad avanzare compromettendo ulteriormente il futuro del settore e con esso del lavoro di tanti addetti e imprenditori che avevano programmato il loro futuro.
Certo, non possiamo sottacere come l’Agricoltura - e non solo essa - continui a manifestarsi flagellata dal lavoro nero, dal sottosalario, dalla piaga del caporalato, dall'evasione contributiva, dalla concorrenza sleale tra imprese, dalla carenza di infrastrutture e dalla mancanza di una seria politica agricola di programmazione a medio e lungo periodo da parte delle Istituzioni regionale, nazionale ed europea.
Occorre una mirata gestione del mercato del lavoro, con lo sviluppo e la valorizzazione della bilateralità perché esso va sottratto alla gestione dei caporali.
Nonostante la L. n. 199/2016 abbia introdotto strumenti e disposizioni repressive importanti, i risultati in termini di prevenzione ancora tardano ad arrivare.
C’è tanto da fare a partire dalla costituzione a Taranto e dal consolidamento a Brindisi della Sezione territoriale del lavoro agricolo di qualità, la cui direzione e coordinamento (Cabina di regia) sono affidati all’Inps, per il monitoraggio e la promozione delle buone pratiche presenti sul territorio.
Apprezziamo il lavoro delle task force anti-caporalato in entrambi i territori di Brindisi e di Taranto, impegnate a scardinare con successi di cui anche la cronaca dà conto quotidianamente, quel sistema di sfruttamento che danneggia non solo i lavoratori ma anche le Aziende in regola, che sempre più vanno incoraggiate ad aderire, nel loro interesse, alla Rete Nazionale del lavoro agricolo di qualità e al rispetto di leggi e contratti; insomma, c’è ancora molta strada da fare!
La centralità della persona nel lavoro per noi continuerà a rappresentare un principio non negoziabile; dunque proseguiremo nella nostra battaglia, per sostenere e tutelare i lavoratori e le lavoratrici più esposti, rivendicando rispetto della dignità e garanzie per un lavoro sicuro.
Sicurezza, certo!
I dati INAIL ci raccontano di denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e luglio 2019 pari a 378.671 (-0,02% rispetto allo stesso periodo del 2018), 599 delle quali con esito mortale (+2,0%) e di un aumento delle patologie di origine professionale denunciate pari a 38.501 (+2,7%)
Tra le tante vite spezzate vogliamo oggi ricordare, Cosimo Massaro di 31 anni che ha perso la vita presso il IV Sporgente della ex-Ilva e Mario Cavalieri di 58 anni deceduto nei pressi della Stazione ferroviaria di Brindisi. [un minuto di silenzio]
Rilanciamo perciò anche da questo Consiglio Generale un segnale forte alla politica, ai rappresentanti parlamentari, ai consiglieri regionali pugliesi eletti in questi territori, alle imprese, alle istituzioni centrali e periferiche, al sistema pubblico di controllo, affinché siano recuperati la centralità del benessere fisico, mentale e sociale di ogni persona impegnata in qualunque sistema produttivo.
Per la Cisl la sicurezza sul lavoro e le misure di salvaguardia dell’incolumità personale di chi opera in situazioni che siano normali o siano di emergenza, non sono mai un optional ma costituiscono - e non sarà mai inutile ribadirlo - condizione indispensabile affinché il valore della vita umana preceda e sottintenda a qualsiasi altro interesse.
A tal proposito, con l’avvenuta approvazione del Decreto Crescita, del precedente Governo, denunciammo quanto inaccettabili ed ingiustificate fossero le riduzioni dei premi INAIL a carico delle Aziende, per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali che, come è noto, andranno a regime nel 2023.
Evidenziamo oggi, inoltre, l’attenzione da riservare al problema dei cambiamenti climatici, i cui esiti anche drammatici stanno segnando profondamente la vita delle persone in ogni parte del mondo, con vittime che continuano a pagare con la propria vita quelle negligenze e quegli abusi che hanno causato ovunque un dissesto idrogeologico senza precedenti, anche purtroppo, per incuria e per irresponsabilità dei Governi da quelli nazionali ai locali.
Ci guidi, al riguardo, l’esortazione di Papa Francesco contenuta nella “Laudato si” (Par. 13): “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare …”
E’ con questo spirito che come Cisl Taranto Brindisi consideriamo anche importante la campagna nazionale denominata ‘60 milioni di alberi’ promossa dalla Comunità Laudato sì in modo che in pochi anni il nostro Paese accolga 60 milioni di nuovi alberi, uno per ogni italiano.
Il nuovo quadro politico nazionale da cui è scaturita la formazione del nuovo Governo M5S-PD ha chiuso un periodo di quattordici mesi alquanto travagliati e abbastanza inconcludenti: in generale per il Paese, in particolare rispetto alle rivendicazioni sindacali ed al dialogo sociale vanamente sollecitato da Cisl Cgil Uil e sostenuto dalla serie di imponenti manifestazioni unitarie e tematiche, sia confederali che di settore.
Auspichiamo che il nuovo Governo, mettendo da parte litigi e differenze, ponga in essere credibili strategie di rilancio delle sorti economiche e sociali del Paese e, con esse, altrettanto esigibili occasioni di riscatto, specie per i territori del Mezzogiorno che, peraltro, esprime un numero cospicuo di ministri compreso il capo dell’Esecutivo.
Non è inopportuno ribadire quanto nel documento unitario nazionale di luglio scorso avevamo rivendicato per il rilancio del Mezzogiorno, ovvero una politica economica non più soltanto orientata al superamento della crisi ma espansiva e capace di far ripartire la produzione ed i servizi e di generare quel processo di redistribuzione della ricchezza che è completamente mancato in questi anni; nei quali vi è stato qui un sostanziale e graduale abbassamento dei trasferimenti, sia per la spesa corrente (ordinaria) che in conto capitale (per investimenti).
È necessario allora, applicare la clausola del 34% e monitorarla, garantendo, i trasferimenti in base alla percentuale della popolazione residente, ed assicurando il ripristino dell’equità degli stessi, al fine di restituire alle politiche di coesione il carattere di effettiva addizionalità.
Riteniamo condivisibili le dichiarazioni del Primo ministro Giuseppe Conte, prima alla Camera poi al Senato, mediante le quali ha proposto un patto politico e sociale, da Governo di legislatura, con l’obiettivo di abbattere il divario strutturale Nord-Sud per arrivare alla Conferenza di una nuova Europa che possa vedere l’Italia protagonista e collochi al centro gli investimenti pubblici in infrastrutture di sviluppo, sia materiali che immateriali.
Dichiarazioni importanti, anche perché pronunciate in un contesto di Paese diviso e lacerato politicamente ed improntati ad una sorta di disegno nuovo, in qualche modo controcorrente rispetto ai Governi precedenti.
Aspettiamo il Governo alla prova dei fatti, a partire dall' urgenza di “far ripartire una politica economica e industriale in grado di superare la fase di perdurante stagnazione dell’economia” come dichiarato dal nostro Segretario generale Aggiunto Gigi Sbarra.
Il nuovo Governo assuma già in Manovra di bilancio, queste priorità con un piano nazionale che faccia leva su investimenti, infrastrutture materiali e digitali, ricerca e innovazione, formazione, crescita delle competenze, migranti e recupero fattivo delle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici.
I recenti dati diffusi dall’Istat sulla produzione industriale nazionale evidenziano una manifattura in discesa, escluso l’energetico, in quasi tutti i comparti, danneggiando soprattutto il comparto dell’auto.
Risultato, questo, su cui pesa sicuramente il rallentamento del contesto europeo ma che sconta anche l’incapacità negli ultimi tempi di mettere in cima all’agenda pubblica un disegno di sviluppo industriale all’altezza delle sfide contemporanee.
“È tempo di invertire questa condizione, di mettere intorno a un tavolo Governo e Parti Sociali e di assicurare una svolta sui nodi e le diseconomie strutturali che frenano la ripartenza della produttività, della competitività, della capacità industriale” ha ancora dichiarato Sbarra “dando al contempo risposte adeguate di tutela alle 250mila persone coinvolte nei circa 200 tavoli di crisi aziendale aperte da lungo tempo presso il Mise.”
Quindi consideriamo opportuna l’avvenuta convocazione di un’assemblea nazionale unitaria delle delegate e dei delegati, per il prossimo 9 ottobre al forum di Assago-Milano, con l’obiettivo di sostenere col nuovo Governo la piattaforma unitaria “Le priorità di Cgil Cisl Uil per il futuro del Paese”, definita lo scorso gennaio.
Al contempo condividiamo le determinazioni delle Federazioni dei Pensionati di Cgil Cisl Uil che su fisco, non autosufficienza e sanità non solo per i lavoratori ma anche per i pensionati hanno annunciato una manifestazione nazionale il 16 novembre prossimo a Roma.
Iniziativa che sarà anticipata da mobilitazioni sui territori, per richiamare l'attenzione del Governo in vista della Manovra e per chiedere una riduzione delle tasse non solo per i lavoratori ma anche per i pensionati.
In questo contesto, le nostre aree territoriali di Taranto e di Brindisi sono rimaste in una sorta di limbo rispetto ai grandi temi dello sviluppo, con effetti sulla disoccupazione giovanile in particolare e sul ricorso sempre più diffuso agli ammortizzatori sociali (Cig e Naspi).
Ciononostante, abbiamo registrato alcuni elementi di novità che ci incoraggiano a proseguire, con ulteriore vigore, le distinte direttrici vertenziali da noi intraprese, nel segno dell’unità interna e della confederalità, rispetto alle quali in sede di dibattito tutti quanti voi, se ritenete, potrete portare il vostro contributo.
Il settore aeroportuale, con il suo indotto, in particolare a Brindisi con il continuo crescere del numero di passeggeri che scelgono di far scalo qui, è ormai una certezza economica e di sviluppo non solo per il territorio ma anche per l’intero Paese.
Quello portuale, che rientra a pieno titolo in quello più ampio della Puglia di cui caratterizza la vocazione marittima, la storia, la cultura, le tradizioni, costituisce fattore competitivo e driver di sviluppo, pur con modalità diversificate, rispetto alle sei aree provinciali in cui la Regione è suddivisa.
Le infrastrutture portuali di Taranto e di Brindisi (con Bari) sono riconosciute asset strategici dell’economia nazionale e contribuiscono in misura significativa a determinarne il Pil, segnatamente nei comparti del crocierismo di linea, dei charter e low coast, del commerciale, del cargo, del trashipment.
Ogni porto detiene un proprio sistema produttivo e organizzativo incentrato sulla specializzazione delle singole vocazioni, potenzialità e infrastrutture possedute.
Gli investimenti dedicati - risorse PON e CIS - ben impiegati classificano quello di Taranto tra i porti più infrastrutturati d’Italia.
Qui la concessione formalizzata lo scorso 30 luglio, per i prossimi 49 anni, da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio alla società Terminal San Cataldo SpA, controllata dalla turca Yilport Holding, riavvia finalmente una nuova fase di sviluppo nel settore terminalistico e della logistica, di carattere diretto e indotto.
Con essa auspichiamo effetti favorevoli sull’intero territorio, potenzialmente in grado di traghettare l’infrastruttura fuori dalla lunga crisi economica che dura dal 2011, così come il relativo riassorbimento delle circa 500 maestranze portuali ex Tct, oggi collocate in Agenzia e che necessita al più presto di un provvedimento governativo di proroga per una ulteriore annualità, essendo in scadenza al 31 dicembre prossimo.
Oltre a ciò, pur non avendo ancora chiaro il futuro produttivo dello stabilimento siderurgico ex Ilva, la citata concessione delle aree portuali, rende cautamente ottimistica anche la visione della Zona economica speciale interregionale Ionica il cui decreto istitutivo è stato firmato dal Governo lo scorso 7 giugno, mentre quello per la Zona economica speciale interregionale Adriatica, che comprende il porto di Brindisi, è stato firmato il 4 settembre u.s.
La Cisl guarda concretamente alle due Zes (abbiamo partecipato a numerose iniziative pubbliche) quali strumenti di crescita economica, occupazionale grazie alla loro capacità attrattiva che dovrebbero ottenere, in quanto correlata, la semplificazione delle procedure burocratiche a favore delle Aziende nazionali e, soprattutto, dei grandi investitori stranieri che vorranno insediarsi.
Tutto ciò, ora, non dovrà prescindere dalla messa a punto di una macchina amministrativa con personale formato all’altezza delle sfide, di kit localizzativi degli enti interessati contenenti la serie di agevolazioni offerte alle singole Aziende.
Inoltre, per Taranto e per Brindisi, viste le grandi potenzialità e opportunità che si stanno delineando, auspichiamo che venga evocato il concetto di competitività e non di concorrenza (come qualcuno strumentalmente tenta di fare) in un quadro più generale di economia del mare, coinvolgendo anche gli altri settori produttivi trainanti come mitilicultura, turismo - con un trasporto aereo sempre più competitivo - agricoltura, agriturismo, commercio, ecc.
Pensiamo, inoltre, ad una ipotesi da già noi valutata positivamente ad inizio luglio scorso, di un Contratto interistituzionale di sviluppo per Brindisi, ovvero all’opportunità di finanziamenti che secondo la nostra visione siano supplementari sia sul versante delle infrastrutture che di altra natura multidisciplinare, in un quadro di interventi aggiuntivi da parte del Governo nazionale.
La questione è stata affrontata e tale primo risultato è da ascrivere innanzitutto alla compattezza manifestata dal territorio in maniera forte e decisa, in tutte le sue componenti, istituzionali, parlamentari, sociali, politiche, amministrative, professionali, ecc.
Brindisi è un territorio complesso ma con tantissime potenzialità di lavoratori professionalizzati e di imprese di eccellenza nei settori industriale, energetico, chimico, farmaceutico, aerospaziale... - che non può permettersi errori o ulteriori ritardi come avvenuto nel passato anche recente, né percorsi istituzionali o politici intrapresi di natura individuale.
La politica brindisina, insieme con le rappresentanze istituzionali, sociali ed economiche è ancor più oggi, chiamata a fare rete e sistema, a promuovere sinergie, a nobilitare interessi diffusi per moltiplicare opportunità, a beneficio di quanti sono alla ricerca di un lavoro stabile e contrattualizzato o siano stati espulsi dal sistema produttivo; in particolare, per tanti giovani che abbandonano questa terra per cercare altrove dignità personale e lavorativa, desertificando di energie vitali il territorio.
Sarà ineludibile prevedere all’interno del Cis una clausola sociale o di protezione per lavoratori e imprese, così come la redazione di protocolli di legalità e di sicurezza rispetto ai quali siamo già certi della sensibilità, più volte testimoniata, dal Prefetto di Brindisi.
Rilanciare qui la crescita e la competitività significherà creare occupazione e lavoro degno e stabile, potenziare e mettere a regime le grandi energie inespresse dei vari settori produttivi integrandoli con l’offerta universitaria, la ricerca, la sanità, la formazione, il sistema infrastrutturale materiale e immateriale, la portualità, il sistema aeroportuale, con le ricadute della già citata Zes .
Ad esempio, se in tema di offerta universitaria a Taranto partirà, il 14 ottobre prossimo, l'attività didattica del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, a Brindisi su tale versante osserviamo un’offerta insufficiente, nonostante essa sia un polo farmaceutico, chimico ed energetico di eccellenza mondiale.
Ciò anche, come già evidenziato ma senza riscontri oggettivi fino ad oggi, per quanto riguarda l’istituzione di una facoltà di Blue economy.
Tali processi di sviluppo territoriale passano dalla contestuale, irrinunciabile trattazione delle questioni: ambiente, bonifiche, lavoro, salute e sicurezza, decarbonizzazione dei cicli produttivi (come per la centrale Enel), gestione dei rifiuti attraverso processi di economia circolare; processi questi, correlati e che risultano essere parte integrante di un unico paradigma che, una volta attivato strutturalmente, darà come risultato tangibile lo sviluppo sostenibile del territorio ed il miglioramento della qualità di vita dei cittadini che dovrà essere coniugato con un welfare capace di recuperare l’attenzione dovuta anche alle periferie o quartieri, oggi visibilmente trascurati.
I rappresentanti istituzionali, in particolare quelli locali, devono continuare a confrontarsi per ascoltare, condividere un percorso di partecipazione che possa essere di fatto la sintesi dei bisogni dell'intera area provinciale e non solo della città capoluogo.
Il Paese, il Mezzogiorno, Taranto e Brindisi, hanno bisogno di una visione stabile di futuro e di progetti consistenti di media-lunga prospettiva.
Quanto al Cis di Taranto, le risorse finanziarie di circa un miliardo e l’istituzione dei tre tavoli di lavoro tematici - almeno con il Governo precedente - coordinati dai Ministri competenti: ambiente e salute, industria e innovazione, riqualificazione sono condizioni oltremodo utili per velocizzare finalmente le opere programmate, quelle da cantierizzare e le altre da ultimare.
Sfide queste, che richiedono forte governance istituzionale, responsabilità condivisa, senso civico, dialogo e contrattazione sociale, cura del patrimonio, capacità di offerta occupazionale, sostenibilità dei cicli produttivi, possibilità di elevare la qualità della vita e del tempo libero per i cittadini di tutte le età; settori, questi ultimi, che stando alle graduatorie stilate ultimamente da riviste specializzate, come il Sole 24 Ore, continuano a relegare agli ultimi nazionali posti Taranto e Brindisi.
Il fronte vertenziale ionico offre possibilità di ripartenza non di poco conto, dalla questione complessa dell’ex-Ilva - compresi i sistemi appalto e indotto in profondissima crisi (per cui ad Arcelor Mittal e all’amministrazione straordinaria chiediamo il pieno rispetto dell’accordo del 6 settembre 2018) ai processi di ambientalizzazione del sistema produttivo industriale ed alle bonifiche, dal completamento del Contratto Istituzionale Sviluppo (Cis) alle risorse ancora occorrenti per accelerare gli investimenti ed il completamento, Arsenale MM, dalle politiche sanitarie e socio-sanitarie alla Zes, ecc.
E’ un dato oggettivo però, che alcune recenti novità evidenziatesi a Taranto, in termini di progettualità e di importanti segnali di stabilità, facciano ben sperare, come la conferma della Direttrice del MArTA che ha fortemente rilanciato il Museo Nazionale come centro di eccellenza e di cultura identitaria, la conferma della Commissaria alle bonifiche, in virtù dell’oggettivo riconoscimento per l’attività finora realizzata, la firma per la concessione del Porto.
La 20^ edizione dei Giochi del Mediterraneo che si svolgeranno nel 2026, assegnati alla città di Taranto, è stata la dimostrazione che fare sistema tra Istituzioni ha ben funzionato.
Pensiamo che si tratti di una scommessa che per le sue ricadute finanziarie ed occupazionali può e deve travalicare a partire dalle prossime settimane l’esclusivo interesse sportivo e consentire mediante un lavoro puntualissimo la pianificazione di tutte le modalità operativem comprese la formazione, a valere per le Aziende e per i lavoratori che verranno impiegati.
Modalità però, da inserire al più presto, in un Protocollo di legalità, rispettose delle leggi e dei contratti di lavoro, della salute e della sicurezza di quanti saranno assunti per la realizzazione o la ristrutturazione dei vari impianti sportivi adibiti all’accoglienza degli atleti e del pubblico in una cornice internazionale, sia a Taranto che in tutte le altre città dei territori coinvolti, tra cui Brindisi e Lecce.
Si tratterà di porre in essere, in tale prospettiva - cosa che non vale solo per l’appuntamento dei giochi - un modello organizzativo e logistico efficiente ed efficace, che possa funzionare ogni giorno.
E’ un’occasione da mettere a frutto subito per far conoscere le ricchezze di questi territori, in cui lo sport è vita, sacrificio, socialità, condivisione ma anche - per le altre province che ospitano - opportunità economica, di sviluppo e di occupazione aggiuntiva.
Accoglienza, condivisione e socialità si intrecciano perfettamente con l’azione della nostra Cisl e del suo Coordinamento delle Politiche sociali con tutte le federazioni che lo costituiscono sui versanti della sanità e dei servizi sociali.
Nonostante le diverse difficoltà dovute da un lato alla limitata disponibilità al confronto concertativo da parte delle Istituzioni (Asl e Ambiti Territoriali Sociali – Comuni) e dall’altro la non sufficiente capacità unitaria di tenere in piedi un’azione concertativa complessa, capace di produrre risultati tangibili, siamo riusciti ad essere trainanti e a determinare comunque un confronto con le due ASL di Taranto e di Brindisi e con i 10 Ambiti Territoriali per la predisposizione dei Piani Sociali di Zona.
In particolare, sulla sanità, dopo un periodo di stallo imputabile anche ad un rapporto unitario non sempre adeguato ma con la grande spinta della nostra USR, con caparbietà ed insistenza ai tavoli di concertazione, siamo riusciti ad avere, confronti con le due ASL con apprezzabili risultati.
Si sta finalmente entrando nel merito di quella che oggi, è, a valle del piano di riordino ospedaliero regionale, l’offerta sanitaria realmente disponibile nei presidi dei territori di Taranto e di Brindisi.
Stiamo affrontando in termini programmatici i problemi inerenti alle liste di attesa, si sta prospettando una verifica sulla implementazione dei PTA (Presidi Territoriali di Assistenza) e di tutta la rete territoriale di assistenza sanitaria e socio-sanitaria.
Precisiamo però, che non abbiamo risolto tutti i problemi, che abbiamo ancora tanto da lavorare ma non siamo più all’anno zero.
Sui servizi sociali, da un lato è proseguito il lavoro di verifica costante sull’attuazione dei Piani sociali di Zona, dall’altro c’è stato un forte impegno per l’integrazione degli stessi con il Piano di contrasto alla povertà e la lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici in ognuno dei ben 10 Ambiti territoriali.
Come appare chiaro, le svariate tematiche vertenziali che impegnano il quotidiano di ciascuno di noi, possono essere affrontate e vinte con un’Organizzazione a tutti i livelli efficiente, competente e forte, al passo con i tempi, sempre più strutturata ed un Gruppo dirigente costantemente aggiornato.
Nella Conferenza Organizzativa regionale e nazionale della nostra Cisl, attraverso i nostri interventi, abbiamo riportato l’esperienza complessa ma esaltante che stiamo tutti vivendo e l’ultimo bilancio degli iscritti ne è testimonianza molto puntuale.
È merito di tutte le donne e uomini della Cisl che con un lavoro intenso, ci permettono di non perdere iscritti.
Siamo il territorio con il tasso di sindacalizzazione più alto, contiamo più iscritti come lavoratori attivi che pensionati e abbiamo la fascia più giovane di lavoratori, come dimostra il lavoro importante che la Cisl Regionale ha messo a nostra disposizione.
La Conferenza nazionale ha impegnato, tra l’altro, tutti i livelli dell' Organizzazione per un processo costante di rendicontazione responsabile dell’azione di rappresentanza, di certificazione e di trasparenza che, per diventare metodo costante, deve necessariamente procedere alla verifica periodica del rapporto tra quanto programmato e quanto effettivamente realizzato.
Rispetto ai riassetti ed alle fusioni/integrazioni delle strutture orizzontali e verticali del sistema Cisl, la Conferenza ha tratto un bilancio complessivamente positivo che sottolinea la capacità dell’Organizzazione di dare corso e di implementare le scelte principali assunte e, se ci è consentito, non senza una punta di orgoglio affermiamo oggi che la positiva esperienza di accorpamento della UST Cisl Taranto Brindisi ha contribuito pienamente alla valutazione positiva di detti processi e risultati.
Sul versante della comunicazione, tra i progetti più rilevanti da realizzare nei prossimi anni che ci vedranno sicuramente impegnati, c’è quello di una radicale rivisitazione delle modalità e delle strumentazioni di comunicazione dell’intero sistema Cisl.
Attraverso un piano nazionale si investirà in un progetto di comunicazione confederale che permetterà di parlare lo stesso linguaggio, rappresentare il marchio Cisl in modo omogeneo ma anche di cambiare una percezione distorta tra i cittadini che vede il sindacato troppo istituzionalizzato e vecchio.
A questo proposito ci piace comunicarvi che in questi giorni sarà on line il sito web della Cisl Taranto Brindisi (www.cisltarantobrindisi.it).
La Conferenza Organizzativa, per quanto riguarda il tema delle prime linee, delegate e delegati, Rls dei pensionati, Terminali associativi, responsabili delle USC e delle USZ, operatrici e operatori sindacali e dei servizi, ha assunto impegni importanti perché è attraverso di loro che si realizza l’incontro dei lavoratori e dei cittadini con la nostra organizzazione.
Va realizzato una sorta di rovesciamento della piramide mettendo i sindacalisti di prossimità, di fatto, al vertice prendendosi sempre più cura di loro, ponendosi a sostegno e supporto anche economico sia delle prime linea che dei nostri interlocutori, cioè di coloro che ci chiedono assistenza e tutela, superando frammentazioni organizzative e focalizzando maggiore attenzione alla nostra proposta e azione, ossia a ciò che offriamo.
Per quanto riguarda i giovani dobbiamo prima di tutto ripartire da una rinnovata volontà di occuparci davvero di chi rappresenta, senza dubbio, il naturale alleato alla costruzione del futuro di un’Organizzazione che deve continuare nel suo protagonismo sociale, contrattuale e di sindacato di prossimità.
Dobbiamo saperci collocare in una posizione di disponibilità all’ascolto con l’obiettivo di ritornare ad essere interlocutori e quindi di percorrere con i giovani la strada del loro e del nostro futuro.
Purtroppo oggi, troppo spesso non tutti ci conoscono oppure hanno, sia del lavoro sia del sindacato, una visione distorta.
E’ forte la consapevolezza che per promuovere una concreta progettualità indirizzata all’integrazione del sistema, a consolidare la nostra cultura organizzativa, a qualificare sempre più il nostro sistema d’offerta, si dovrà operare un investimento a tutto campo sulla formazione.
Alcuni dati statistici meritevoli di attenzione, che riguardano la nostra UST, evidenziano che nell’anno 2018 sono oltre 7.110 under 35 iscritti presenti tra tutte le Federazioni di categoria, 10 dei quali 5 uomini e 5 donne presenti nel nostro Consiglio Generale.
Inoltre, a breve, sarà attivo, uno sportello lavoro, mentre contatti operativi e collaborazioni sono già in corso da tempo con i Progetti Policoro dell’Arcidiocesi di Taranto e con quella di Brindisi-Ostuni; con quest’ultima abbiamo realizzato vari momenti tra cui un incontro con ragazze e ragazze degli istituti scolastici superiori nel quadro dei progetti di alternanza scuola/lavoro.
Proficui contatti tanto sul versante tarantino quanto su quello brindisino, sono già in corso su nostra iniziativa con i rispettivi C.S.V., ovvero i Centri Servizi per il Volontariato.
Prosegue senza sosta e con efficacia l’attività dei Progetti di proselitismo territoriali in cui sono coinvolte le nostre Fai, Fisascat, Fnp e Ugc Brindisi.
Ulteriore impegno aggiuntivo lo stiamo intensificando grazie alla USR Cisl Puglia, con Daniela in particolare, per ulteriori progetti di proselitismo, sempre con le stesse federazioni, con risorse nazionali che ci sta consentendo di stabilizzare ulteriori operatori e operatrici, attivando comandi Inas.
Una prima verifica di tali scelte organizzative ha evidenziato il risultato positivo in termini di proselitismo e produttività assai significativi rispetto agli anni precedenti, tanto come Caf quanto rispetto alle pratiche e punteggio prodotto come INAS, per Taranto in particolare, mentre su Brindisi seppure i dati sono incoraggianti, si potrebbe fare molto di più; occorre organizzarsi meglio, raccordandosi maggiormente con l’intera organizzazione, non dimenticando mai che siamo tutti Cisl.
In particolare per il CAF, la nostra Sede di Brindisi ha chiuso la campagna fiscale 2019 rispetto all’anno precedente con una produzione pari al +105%, la nostra Sede Caf di Taranto con +103%; entrambe le Sedi con +1.486 pratiche che hanno prodotto il +4,3% rispetto al 2018.
In tema di Periferie, dove si colloca già la nostra attività da vari anni, la Conferenza organizzativa ha confermato l’esigenza di riqualificare il valore dei nostri presidi sociali nelle periferie, nei quali la Cisl è chiamata a esercitare una funzione di ricomposizione sociale, di costruzione di reti primarie per superare il senso di isolamento e riaffermare la dimensione delle tutele e degli ideali della Comunità, utili a generare coesione e senso di reciproca solidarietà, anche intergenerazionale.
E’ nella periferia che occorrerà operare a sostegno dei punti di crisi che colpiscono i territori su aspetti specifici, come:
- l’adeguatezza e l’efficienza dei servizi socio/sanitari e, nel complesso, l’insieme delle azioni di inclusione e integrazione, in modo particolare rispetto a giovani e anziani tenendo conto delle fragilità e dei bisogni di questi ultimi;
- lo sviluppo dei servizi educativi e formativi a sostegno del contrasto alla dispersione scolastica;
- la qualità dei servizi di trasporto e di connessione telematica;
- le politiche abitative;
- la gestione dei rifiuti e il decoro urbano.
La Conferenza, l’esperienza dei percorsi avviati, l’impulso continuo della nostra USR, i riscontri a livello territoriale, ci fanno comprendere che deve essere data centralità ad aspetti innovativi come il welfare contrattuale, la formazione continua, la conciliazione vita lavoro, il riconoscimento del lavoro di cura, il rafforzamento delle politiche attive ecc.
E’ per questo confermiamo che vanno supportati gli operatori e i delegati formandoli per governare tali processi.
E’ necessario, inoltre, implementare la presenza fisica della Cisl e segnatamente della Fnp sul territorio, investendo in nuove sedi rafforzando e mettendo in rete i servizi del Patronato Inas, del Caf, di Uffici Vertenze, Ial, Iscos, Anteas, Sicet, Adiconsum, Anolf, Vivace, per renderli più efficaci, valorizzando l’azione delle Categorie sul versante contrattuale, con particolare riferimento al welfare contrattuale.
Occorrerà passare dai servizi tradizionalmente intesi ai servizi innovativi quali gli sportelli lavoro con specifica attenzione da rivolgere al tema dei giovani e del precariato; gli sportelli salute e sicurezza, gli sportelli per anziani, gli sportelli sociali da impegnare su azioni improntate all’integrazione dei migranti, al sostegno delle politiche di genere per superare anche i divari organizzativi e salariali.
Care amiche e cari amici, avviandomi alle conclusioni, sono certo che il dibattito metterà a fuoco la serie di vertenze che come già detto ci vedono quotidianamente impegnati su vari fronti, in tutti i settori pubblici e privati, in spirito confederale ed in raccordo operoso con il livello regionale pugliese e nazionale della nostra Organizzazione.
Vi abbiamo già dato notizia, il Premio Capitello, organizzato a Brindisi dalla UST insieme con la nostra Adiconsum e giunto alla 3^ Edizione, nel corso della quale, presso la sede della Provincia, consegneremo lo stesso premio al Prefetto di Brindisi, Dott. Umberto Guidato ed un Premio Capitello Speciale alla nostra Segretaria Generale nazionale Annamaria Furlan.
Invitiamo tutti ad essere presenti alla cerimonia, perché la presenza anche di Annamaria Furlan, così come oggi la presenza del Segretario Generale nazionale Aggiunto, Gigi Sbarra, dimostrano l’attenzione della Confederazione per questo territorio e ci impegna come Gruppo dirigente a proseguire nella nostra azione, mettendoci come sempre cuore e passione nel testimoniare e rendere sempre e ovunque esigibili i valori della Cisl.