Negli anni ’60 nasce tra i giovani una sete di libertà,una voglia di rompere da parte del mondo operaio,studentesco e femminista, , gli schemi predisposti dalla società, dalla famiglia e dalla religione, nel periodo successivo al boom economico e al diritto di studio per ragazzi di classe sociale umile, i figli del proletariato.
La mostra, organizzata nel museo archeologico “Ribezzo di Brindisi”,dal 23 al 26 settembre, racconta, attraverso un percorso caratterizzato da video illustrativi ed esposizioni di oggettistica appartenente ad enti privati, l’aria che si respirava in quel periodo che si è distinto grazie al coraggio di ribellarsi da parte di interi gruppi umani che, credendo nei propri ideali e affidandosi alla solidarietà e alla propria immaginazione e al potere di quest’ultima, avevano come obbiettivo un mondo migliore,dando una svolta alla vita quotidiana,politica e culturale della propria società e di quelle future.
I video illustrativi che abbiamo visto noi alunni della classe IIIB del Liceo Classico “Marzolla” di Brindisi nel pomeriggio del 16 ottobre, grazie alla disponibilità della dottoressa Evi Galiano, che ha curato la mostra con la direzione del Polo Biblio Museale Arch. Emilia Mannozzi e della dott.ssa Adele Totaro, che ci ha accompagnati in questo viaggio nel passato, sono principalmente incentrati sul ’65 e sul ’68, gli anni clou di questo periodo, in cui esplodono rivolte studentesche e operaie e, anche a causa dell’alluvione nella città di Firenze, che smuove la solidarietà giovanile, nasce il volontariato. Inoltre troviamo all’interno dei video delle playlist delle canzoni più ascoltate italiane e non, con foto di cantanti e band rivoluzionarie che venivano considerate scandalose per le provocazioni da loro proposte, come ad esempio una pubblicità che raffigura Patty Pravo assaporare dei gelati in modo “sensuale” .
Continuando la visita, abbiamo ammirato varie foto che rappresentano la Beat generation,varie band, immagini psichedeliche ,che riportano al movimento hippie, e immagini relative alla vita quotidiana brindisina degli anni ‘60 ed infine abbiamo anche studiato i particolari delle locandine appese ai muri, rappresentanti le pubblicità col fine di far rimanere la donna immagine che rappresentava una mamma e moglie perfetta, dedita alla casa e ai figli, e locandine di pubblicità che, al contrario, raffiguravano la donna con modi di fare più sciolti.
Poi, per finire, abbiamo trovato un volantino simpatico che promuoveva detersivi per il bucato in modo particolare, rappresentando per la prima volta un uomo che cerca di smacchiare la propria camicia.
In più abbiamo potuto esplorare il mondo del cinema attraverso alcuni poster di vari film di vario genere.
Oltre a ciò, abbiamo avuto l’onore di ammirare abiti, parrucche , fasce per capelli, scarpe, borsette, gioielli, macchine da scrivere, macchine fotografiche, giradischi, dischi, costumi dell’epoca che dei privati hanno avuto il piacere di prestare per l’allestimento della mostra.
È stata un’esperienza fantastica, che ci ha riempiti di vitalità e freschezza, quella che si respirava in quegli anni, e siamo rimasti affascinati dall’oggettistica che era in mostra, perché, osservandola e ammirandola, abbiamo immaginato chissà quale storia abbia vissuto ogni singolo oggetto. Per concludere, possiamo dire che quest’ esperienza ha fatto scaturire in noi vari interrogativi : “Quanto è cambiato davvero il mondo?” ; “I cambiamenti radicali sono stati del tutto radicali o no?” ; “I cambiamenti di allora al giorno d’oggi vengono ancora apprezzati e ripresi in considerazione?” e infine “Col tempo stiamo tornando un po’ indietro e abbiamo bisogno di smuovere un po’ la società con nuove rivoluzioni o abbiamo fatto altri passi in avanti?”.
Myriam Fornaro Rucco, Emanuela Facecchia - Classe III B
Liceo Classico “Marzolla”- Brindisi