Cominciano ad organizzarsi gli abitanti del quartiere Casale dopo la notizia che la giunta ha dato al ministero la propria disponibilita' ad ospitare minori stranieri nella struttura dell'ex delegazione in Via Bafile, la strada principale del quartiere .Dopo gli interventi pubblici delle opposizioni che hanno annunciato battaglia contro quella decisione ,adesso anche gli abitanti ,ma soprattutto i commercianti, del rione hanno organizzato una petizione on line tanto per sollecitare l'amministrazione ad una modifica di quella delibera .
Poi pero' sono decisi ad andare avanti anche con altre forme di protesta.Da palazzo di citta' fanno sapere che si tratterebbe solo di ospitare 12 minori nel totale e che quindi le proteste sarebbero del tutto infondate .Da piu' parti pero' si fa notare che spesso si parte con un programma e poi nella realta' si verificano ben altre cose, come ad esempio avviene nel dormitorio di Via Provinciale San Vito che 'e stracolmo di ospiti .almeno il doppio di quanto ne potrebbe contenere .Per non parlare poi di Via Cristoforo Colombo, a ridosso della stazione ferroviaria, dove praticamente ci sono solo immigrati e quasi nessun brindisino .Insomma il clima 'e caldo anche perche' non si capisce come si possa rendere agibile cio' che un anno fa era stato dichiarato pericolante, tanto da determinarne la chiusura.Poi da parte di alcuni si ricorda che proprio in quella struttura 'e' ubicata anche una postazione di un 118 che ,pur se privata ,rende il suo servizio per tutto il quartiere e la stessa citta' .Insomma tanti dubbi ed interrogativi che per adesso sono senza una giustificazione pubblica da partedell'amministrazione Rossi che forse dovrebbe chiarire meglio ai cittadini come stanno effettivamente le cose e le ragioni che hanno indotto la giunta ad un tale scelta ,tenendo conto che Brindisi come citta' ospitale ha dato e da piu' di una dimostrazione :Basta ricordare che vi e' il centro di Restinco e il dormitorio di via Provinciale San Vito che danno ospitalita' a numerosi immigrati,certamente di piu' di quanto dovrebbe in teoria essere possibile nel rapporto rispetto agli abitanti della citta' .Sono tutte queste le considerazioni alla base del “no” senza alcun dubbio che arriva dalla gente che poi e' quella che e' destinata a convivere con determinate realta' quotidiane.-