La Segreteria territoriale UIL di Brindisi si è incontrata il 30 luglio nella Sala di rappresentanza di corso Umberto, n. 85 con la Segreteria della Unione Regionale UIL eletta nel IV° Congresso UIL della Puglia, guidata dal neo Segretario generale Franco Busto.L’obiettivo dell’incontro: discutere ed approfondire la delicata ed inarrestabile crisi economica-occupazionale che da anni attanaglia la nostra città, le nuove politiche confederali a sostegno di un sistema di welfare duramente colpito dai tagli indiscriminati di risorse effettuati dai governi negli anni, rappresentanza e rappresentatività sindacale al passo dei cambiamenti sociali e del mercato del lavoro, ruolo sempre più centrale e strategico del territorio, mirati e funzionali rapporti tra Confederazione e categorie, consolidamento della struttura organizzativa politica e del “Sindacato a rete” decisi a Bellaria.
Temi ed argomenti ampiamente condivisi da tutto il gruppo dirigente che negli anni li ha fatti propri, condividendo e riconoscendo l’efficacia della nuova politica da intraprendere, le scelte e le strategie messe in campo dalla UIL nazionale per rispondere al meglio ai cambiamenti in atto.Nel confronto sia Licchello che Busto hanno richiamato le innumerevoli vertenze nel territorio causate da una politica poco attenta sia nazionale, che regionale e locale,disinteressata ai nostri problemi. La limitata ed ottusa, per certi versi, disattenzione ha determinato una incontrollata e pericolosa involuzione ed il successivo declino di un sistema economico/industriale fino a pochi decenni favigoroso ed in salute, indebolito e stremato dalla politica del NO. Una profonda congiuntura ha colpito piccole e medie imprese locali, provocandone il ridimensionamento e, nei casi più gravi, la chiusura con il conseguente licenziamento di centinaia di lavoratori. Una crisi aggravata ancora di più dalle notizie provenienti da ambienti nazionali che riferiscono di strategie a medio termine di aziende industrialistrategiche (ENEL) che prevedono la chiusura della centrale di Cerano entro il 2025 senza chiarire se sono previsti progetti alternativi da avviare, e ridimensionamento di altre nel settore metal/meccanico di altissima specialità (distretto aero spaziale).Nel dibattito sono state approfondite alcune vertenze più rilevanti. In particolare quella di Tecnomessapia che ha licenziato tutte le maestranze. Argomenti di discussione che hanno creato non poche preoccupazioniai lavoratori e critiche da parte sindacale per come è stata condotta.Siamo convinti che la proposta fatta dalla UIL di Brindisi alle istituzioni provinciali e regionali di fare luce sul perché non si utilizzano le restanti risorse economiche stralciate ed ancora disponibili dall’Accordo di programma per la chimica, possa essere una possibile soluzione al problema. La mancanza di concreta attenzione è il segnale che non c’è volontà politica di risolverlo, oppure le risorse sono state destinati per altri investimenti. Riteniamo invece che, così come previsto nell’elenco delle aree di crisi settoriale, Brindisi deve essere considerata applicando la ex legge 311/2004, art. 1 cc. da 265 a 268. Altro argomento affrontato è quello della Centrale di Cerano. Preoccupante al momento e fondamentale per il futuro del territorio se, da subito, non si metteranno in chiaro alcune questioni di vitale importanza. Da tempo la centrale ha ridotto la produzione e, di conseguenza, l’utilizzo del carbone. Si sa che il documento nazionale SEN prevede tra pochi anni la decarbonizzazione senza uno straccio di idee ed investimenti per la riconversione. Una circostanza che ci preoccupa in maniera responsabile le cui conseguenze sono già visibili nell’indotto le cui aziende sono state costrette, per la mancanza di lavoro, a ridurre attività e licenziare il personale.Per questo, d’accordo con la Segreteria regionale confederale, la UIL di Brindisi fa appello ai parlamentari nazionali, ai consiglieri regionali ed alle Istituzioni territoriali di adoperarsi da subito senza rincorrere, come si sta facendo ora, prese di posizione che riguardano irrealizzabili spostamenti di altri progetti, come la TAP.Per superare questa situazione proponiamo di costituire un gruppo di lavoro che con: Enti locali, regionali, il Governo, la TERNA, l’ENEL, SNAMe con la partecipazione delle OO.SS. elabori un progetto di riconversione che superi la decarbonizzazione dando sicurezza e continuità occupazionale ed economica.
Antonio Licchello