Il 19 luglio del 1992, mentre suonava il campanello dell’abitazione di via D’Amelio, dimora di sua madre, che avrebbe dovuto accompagnare ad una visita, il giudice Paolo Borsellino veniva dilaniato assieme alla sua scorta dopo che una 126 imbottita di tritolo veniva fatta esplodere da mani assassine.
Paolo era stato a pranzo da Pippo Tricoli, - deputato del MSI all’assemblea regionale siciliana, suo amico d’infanzia e con il quale aveva condiviso le esperienze di politica universitaria a Destra, nel FUAN, - l’ultima persona ad averlo visto in vita.
“ Ho avuto l’Onore ed il piacere di incontrare ed ascoltare di persona il Giudice Borsellino”, - dichiara Cesare MEVOLI, Dirigente Nazionale e Commissario Cittadino di Fratelli d’Italia,- e lo ricordo ancora aggirarsi tra gli stand della festa nazionale del Fronte della Gioventu’ a Siracusa, nell’estate del 1990, mentre osservava i manifesti di “Fare fronte per il contropotere studentesco” ( organizzazione studentesca del FdG) col faccione del “Che”, ( icona delle sinistre), che inneggiava alla libertà dei popoli, e fu esilarante sentirlo esclamare :” Pippo, ma addivintastivu tutti comunisti ???”, poco incline a comprendere subito quanto fosse mutato il simbolismo della destra giovanile dai tempi della sua militanza nel FUAN degli anni ‘60/’70 sino a quel momento.
Ma il momento cloù della sua presenza fu il convegno, con lui seduto al tavolo della presidenza accanto all’allora segretario nazionale Alemanno, al dirigente siciliano Granata, e allo stesso Tricoli, allorquando esclamò:” potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come voi a difendere le Idee in cui credono: ecco in quel caso non sarò morto invano”.
Saltammo tutti in piedi ad applaudirlo, e quelle parole sono rimaste scolpite sulla nostra pelle…..
Ed è con le lacrime agli occhi che ad ogni ricorrenza annuale, ripensando alle sue parole, in tv osserviamo le stesse immagini del luogo dell’esplosione…anche le lacrime agli occhi sono sempre le stesse…solo i capelli cambiano, di anno in anno più bianchi.
Ciao Paolo, per noi sarà sempre “meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino”, e finchè vivremo le tue Idee cammineranno sulle nostre gambe.
Onore a te.
Onore a chi morì per proteggerti.
Cesare MEVOLI