“Cambiare le regole in corsa consegnerebbe l’intero comparto casa a una situazione di incertezza e difficoltà. Sarebbe una brusca frenata per quella che si sta confermando una delle filiere trainanti dell’economia nazionale e regionale: tanto le nostre imprese quanto il Paese non se lo possono permettere”.
Così Luigi Marullo, presidente degli edili di Anaepa Confartigianato Puglia commenta la nuova stretta sui bonus fiscali che prevede che il credito di imposta sia cedibile una sola volta. La norma è contenuta nel decreto Sostegni-ter approvato dal Governo, ma non ancora convertito in legge. Se il decreto dovesse consolidarsi così come è scritto, avviato il procedimento, l’impresa potrà cedere il credito maturato a fronte di lavori edilizi solo una volta a un soggetto terzo, che non potrà cederlo ulteriormente. Medesima previsione riguarda lo sconto in fattura.
“L’ennesima modifica alle misure in corso sta ingenerando dubbi e perplessità non solo nelle imprese del comparto casa ma anche tra i cittadini e gli istituti di credito – continua Marullo. Alcune banche hanno bloccato l’iter per l’accesso al credito e tutti i passaggi burocratici risultano rallentati, visto che non possono acquistare il credito prima di eseguire approfonditi controlli antiriciclaggio. Così com’è redatta la norma, il rischio è che i pochi in grado di acquistare i crediti senza ulteriore cessione potrebbero aumentare i costi dell’operazione a scapito delle imprese e dei privati. In particolare sul bonus facciate si è passati da una detrazione del 90% a una detrazione del 60%: qualora dovessero cambiare gli oneri richiesti per la cessione alla fine i privati potrebbero avere un risparmio inferiore al 40%”.
A Marullo fa eco Luigi Ficelo, presidente degli impiantisti di Confartigianato Puglia. Secondo Ficelo: “è chiaro che la criticità riguarda in maggior misura le piccole imprese perché con un sistema del genere non solo si ridurrebbero i plafond messi a disposizione dalle banche, ma chi non ha un cassetto fiscale molto ampio non potrebbe né detrarre né cedere il credito. Temiamo squilibri di liquidità che, sommati all’escalation dei costi di materie prime ed energia, potrebbero rappresentare una tempesta perfetta”.
A questa prospettiva di incertezza si aggiunge il fatto che non è ancora esigibile la semplificazione prevista dal 1° gennaio 2022 per gli interventi in edilizia libera e per quelli di importo inferiore a 10.000 euro senza asseverazione. La piattaforma dell’Agenzia delle Entrate per la comunicazione dell’opzione, infatti, non è ancora aggiornata.
“Non è solo un problema delle imprese: è un problema per il Paese. Gran parte della ripresa dipende dalle imprese che lavorano nel c.d. ‘sistema casa’. Senza un dietrofront a tutela dei piccoli operatori rischiamo seriamente una gelata rispetto al percorso avviato nel 2021” – ha concluso Ficelo.