Egregio dottor Giuseppe Pasqualone, la segreteria regionale del SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria maggior sindacato di categoria, da mesi sta chiedendo alle autorità sanitarie regionali che vengano effettuati dei testa tappeto sia sulla popolazione detenuta, che sul personale che lavora presso le carceri della regione.
Purtroppo tale richiesta è finora stata sottovalutata da chi gestisce la sanità, nonostante un eventuale focolaio di covid all’interno del carcere, potrebbe avere gravi ripercussioni sia sulla sicurezza che sulla salute degli operatori penitenziari. Gli appelli del SAPPE durante la prima ondata sono stati completamente ignorati, anche grazie alla benevolenza del virus che ha lambito la nostra regione. Purtroppo la seconda ondata è molto più pericolosa ed i dati lo stanno a dimost rare, tanto da indurre le ASL di Bari e BAT, all’effettuazione di test di massa nelle carceri di Bari, Turi, Altamura, Trani PeraItro in questa situazione di pandemia a tutti gli operatori “essenziali” (quali sono classificati i poliziotti penitenziari) vengono fatti i test periodicamente, per cui non si capisce come mai a tutt’oggi nonostante le richieste pressanti del SAPPE, codesta ASL non ha ritenuto di dover effettuare i controlli ai lavoratori in questione. Ma è possibile che in un ambiente carcerario dove il distanziamento sociale non può essere rispettato, per ovvi motivi, non si pone una maggiore attenzione anche per la salute dei poliziotti che, poi devono garantire sia la salute dei detenuti che la sicurezza del carcere? Alla luce di quanto sopra, questa O.S. la invita vivamente a porre in essere ogni iniziativa ritenuta necessaria acchè si provveda con la massima urgenza ad uno screening a tappeto per tutti i lavoratori e detenuti presenti presso la casa circondariale di Brindisi, al fine di mappare in maniera corretta e precisa l’eventuale circolazione del virus all’interno del penitenziario. Peraltro tale attività potrebbe essere svolta da medici ed infermieri già presenti presso il carcere di Brindisi, senza che si sguarniscano le strutture sanitarie esterne che sono sovraccaricate di lavoro. Qualora ciò non dovesse avvenire, il SAPPE attraverso il proprio studio legale porrà in essere tutte le iniziative ritenute necessarie nelle sedi competenti, a tutela della salute dei poliziotti penitenziari, poiché sarà chiaro che situazioni di pericolo o peggio, non potranno non essere addebitate all’inerzia dell’ASL da Lei diretta.
Al signor Prefetto tanto si comunica per opportuna conoscenza, poiché eventuali situazioni di protesta o peggio da parte della popolazione detenuta, potrebbero creare problemi all’ordine ed alla sicurezza pubblica, mentre al signor magistrato di sorveglianza si chiede un intervento a tutela della salute dei detenuti.