Riceviamo e pubblichiamo
Dopo due anni di enorme sacrificio, di sovraesposizione personale a tutti i livelli, di umiliazioni ed offese subite, il 13 luglio 2017 ho ricevuto un regalo importante per il mio compleanno, ma ritengo per tutta la comunità: è stato nominato il commissario ed il sub commissario prefettizio, ai quali auguro un buon lavoro. Così sono riuscito ad evitare, che la peggiore amministrazione che San Pietro abbia mai avuto, continuasse a fare danni. Non è stato facile spiegare a tutti, Autorità comprese, che si stava consentendo ad un manipolo di persone di distruggere il futuro di una Comunità. Oggi in tanti si ricredono e molti mi chiedono di una mia candidatura nel 2018. Non penso sia importante oggi ventilare ipotetiche disponibilità: San Pietro Vernotico deve, invece, riflettere su altro. Basta con il vittimismo, con il pettegolezzo agli angoli della strada, con l’ipocrita autocritica per aver scelto un incapace a gestire San Pietro. Questa impostazione ha stancato. Da oltre un ventennio la nostra San Pietro è ostaggio di una sola persona, la sola colpevole delle condizioni in cui oggi siamo: Pino Romano. Ogni decisione
ha ruotato intorno al suo percorso politico. Ricordate quando è stata trasferita la Pretura di San Pietro a Mesagne, addirittura falsando i dati dei carichi degli uffici? Collocatela temporalmente e vedrete in quale contesto elettorale si è giocata quella partita ai danni di San Pietro. Nel 2003 Romano ha poi sfruttato il momento politico favorevole di Antonino: questi è finito in carcere, lui, invece, è diventato Sindaco e grazie al suo appoggio politico ed elettorale due anni dopo consigliere regionale. Ha gestito l’affare Europrogea: oltre 4milioni di euro di costo per San Pietro, mentre il suo segretario personale tirava le file degli appalti e delle assunzioni. Quindi la vicenda processuale sulla sanità, per lui finita con la prescrizione. Luca Screti e Consales: il business dei rifiuti con la Regione ferma ed immobile; la gestione della struttura socio sanitaria a San Donaci da parte di una delle società di Screti, derivante da un project financing. Screti ha raccontato ai P.M. dei rapporti con Romano e di alcuni dipendenti assunti su sua segnalazione. Qualcuno guardi le fatture di esecuzione dei lavori, i nomi delle ditte interessate, i tecnici, (guarda caso l’Arch. Delle Donne operava al Comune prima del 2010, con Screti dal 2010 al 2015 e poi con Renna dal 2015 al 2017), le date e gli importi. Chiedete al Sindaco di Sandonaci se un suo parente sia stato assunto da Nubile Srl mentre si discuteva della scissione del contratto dei rifiuti e si dava seguito al predetto project (per molto meno, con tutto il rispetto dei ruoli, Ministri sono stati costretti alle dimissioni). Per arrivare, semplificando tanto, alla partita che in questi giorni Pino Romano si sta giocando per diventare assessore regionale ancora a nostre spese. Una partita che stiamo pagando con la chiusura dell’Ospedale Ninetto Melli (ricordate le minacciate dimissioni da Presidente Commissione Sanità?). Una gestione del potere ramificato e solidale tra soggetti, come Antonino, Consales, Screti, che però hanno pagato personalmente i loro errori, mentre ad altri sono andati soli i benefici. Tornando a noi: 20 anni fa, a maggio del 1997, Romano revocava le deleghe assessorili a Renna per manifesta incapacità, mentre invece nel 2015, pur consapevole che mai sarebbe stato all’altezza del compito, Romano individua in Renna l’unico soggetto, che avrebbe potuto dapprima aiutarlo per la sua candidatura alla Regione, per poi utilizzarlo ottenendo la firma dello scellerato protocollo di intesa per la chiusura dell’Ospedale Melli a San Pietro V.co. Chi mai avrebbe sottoscritto un atto senza coinvolgere il territorio, che avrebbe decretato nel Paese la propria morte politica? Renna sarà ricordato come il sindaco che ha chiuso l’ospedale. Poco importa se poi un intero territorio ed una comunità ha pagato e pagherà un dazio enorme: la carriera politica di Pino Romano è sovrana. Il prossimo anno ci saranno le elezioni politiche, di nuovo le scelte locali saranno decise da questo o quell’interesse personale, da questo o quel gioco politico, dai noti “becchini” elettorali, che consegnano poche decine di euro davanti ai seggi ad elettori intenti a svendere la propria anima e tutta San Pietro senza pensare alle conseguenze: personaggi dalla lunga “famiglia” in cerca di voto, o magari chi è stato compartecipe del circolo associazionistico creato da Romano sul territorio ed è stato a fianco dell’Amministrazione Renna ed oggi si nasconde dietro il solito “l’avevo detto”, “tutti lo sapevano”, è un bravo ragazzo ma non è adatto al ruolo”, “era un incapace”. Di certo c’è che a far emergere lo schifo gestionale è stato il sottoscritto. Nessun altro ha avuto il coraggio di denunciare assumendosi responsabilità formali per mandare via chi stava danneggiato San Pietro (non me ne voglia chi ha votato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, ma senza i miei atti oggi Argentieri sarebbe ancora Vice Sindaco ed assessore e l’amministrazione sarebbe ancora operativa. Non ho letto, infatti, di denunce od esposti presentati da chi, in qualità di assessore o ad altro titolo, conosceva dall’interno i modelli operativi). Oggi leggiamo che questo o quell’ex assessore avevano scientemente deciso di danneggiare funzionari del Comune, di isolarli. Le istituzioni sono state informate di ciò dal sottoscritto sin dal 2015, ma il clima di omertà per la parte politica (e sindacale) e l’immobilismo hanno costretto qualcuno a subire di tutto sul posto di lavoro, anche quando tentava di difendere il territorio e di applicare la legge. Dopo il 2015 avevo deciso di abbandonare, ma quando ho visto l’attacco vile ai dipendenti comunali (un Sindaco che si fa fotografare il suo ingresso al Comune costringendo tutti i dipendenti ad uscire dalla stanza per applaudirlo ed accoglierlo, forse lo abbiamo visto solo ai nefasti tempi del Fascismo). Mancava, invece, il fotografo quel fatidico 3 luglio quando quel Sindaco ha preso atto del fallimento, suo personale e di chi gli è stato vicino, e veniva cacciato via in malo modo. Quando ho visto che in municipio venivano divelte le porte, e soprattutto quando quel 40 per cento degli elettori, che mi avevano votato, mi hanno chiesto di non consentire questo scempio, ho deciso che avrei lottato insieme ai consiglieri di opposizione per liberare San Pietro da tale scempio. Oggi non devo nulla a nessuno, ritengo di aver assolto fino in fondo ad ogni mio dovere, di aver nuovamente liberato il Paese dai “barbari”, sotto il profilo politico ed amministrativo. Da questo momento in poi le sorti della nostra San Pietro sono tornate nelle mani dei cittadini, i quali possono per l’ennesima volta continuare a consentire a Pino Romano di gestire la sua carriera politica, oppure a San Pietro di liberarsi dalla sua inquietante presenza, riappropriandosi del proprio ruolo di elettori e/o eletti, liberi, consegnando le chiavi del Palazzo di città a persone capaci e competenti, e non solo simpatiche e/o populiste. Sono l’unica persona: che è riuscita a vincere sul campo Pino Romano diventando Sindaco contro la sua armata riuscendo a Governare 5 anni; che ha ottenuto finanziamenti per oltre euro 30 milioni di euro senza chiedere nulla al consigliere regionale; che ha chiuso, Fiscalità Locale Srl, ideata da Romano e costata alle nostre tasche di contribuenti quasi 3 milioni di euro. Sono stato colui il quale ha aumentato dal 2010 al 2015 la spesa sociale del 100% ideando e finanziando a San Pietro un polo socio assistenziale forse unico per in territorio della nostra estensione. Nonostante ciò il 60 per cento dei cittadini ha scelto Pino Romano, il Pd ed il suo candidato, Maurizio Renna. I risultati di quella scelta sono ora sotto gli occhi di tutti. Ho fatto una opposizione costante, ho proposto denunce, esposti, il ricorso contro il riordino ospedaliero, contro l’incremento ingiustificato del costo della spazzatura, ed oggi posso dire di aver concorso alla liberazione della nostra San Pietro dalle presenze dannose. Arriva però il momento in cui la nostra città deve avere il coraggio di uno scatto di orgoglio. Ci separano molti mesi dalle elezioni, il sottoscritto sta subendo e subirà vessazioni, ritorsioni, offese, e ciò accade a prescindere da una mia eventuale candidatura, ma per il solo fatto di aver “rotto il giocattolo” di Pino Romano, abbattuto un burattino nel momento in cui, peraltro, è in ballo la sua nomina assessorile. Non me ne rammarico. Il sottoscritto ritiene di aver svolto con dignità e con senso del dovere il ruolo di opposizione, ora tocca ai cittadini a farsi carico dei propri doveri di elettori liberi, senza farsi distogliere dai nomi dei candidati, ma riflettendo, meditando su ciò che si è consumato negli anni e sulla visione che alcuni personaggi hanno sempre avuto della nostra San Pietro. Non ci sono più alibi e solo un ipocrita può far finta di non aver compreso. Se le aspettative sono però la pacca sulla spalla, la chiacchera da bar ed il cinquantino del beccamorto davanti ai seggi, cari concittadini continuate pure: ultimi siamo ed ultimi rimarremo. Di certo una comunità che dopo 25 anni spera in Pino Romano che faccia qualcosa per San Pietro Vernotico, merita come sindaco un altro Maurizio Renna. Ce ne sono tanti, forse non incapaci e fallimentari quanto lui (gli va riconosciuta una esclusiva in tal senso: Romano gli ha fatto scavare, dopo 20 anni, un’altra e più profonda fossa politica), ma pronti e disponibili. La squadra di chi deve supportarli è da decenni sempre la stessa: Pino Romano l’ha ben collaudata, per cui è sempre pronta a scendere in campo. L’estate è forse il miglior momento per meditare con serenità e con beneficio per tutti! Avv. Pasquale Rizzo