Il premier Giuseppe Conte ieri a Taranto per partecipare, insieme al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all'inaugurazione del corso di laurea in Medicina, alla posa della prima pietra dell'ospedale San Cataldo e in Prefettura, alla sottoscrizione degli accordi nell'ambito del CIS di Taranto. “Per Taranto fatti e non promesse, ha detto il presidente Emiliano. “Abbiamo iniziato la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo, inaugurato il corso di Medicina nella nuova e prestigiosa sede dell'Università, siamo pronti ad affrontare anche l'altra grande questione della quale il presidente della Regione non si dimentica, che è quella dell'ex Ilva e della salute delle persone.
L'insieme di queste azioni sta costruendo il futuro di questa comunità sulla base di un lavoro comune tra Governo, Regione Puglia e Comune di Taranto”. “Il Cis - ha detto in Prefettura il Governatore Emiliano, riferendosi al Contratto Istituzionale per l'area di Taranto - è un luogo di valori, la Puglia ha lì bloccati 800 milioni e questa è la prima volta che stiamo cominciando a spenderli. Rispetto ad altre riunioni dello stesso tipo sembra cambiato tutto. La responsabilità che abbiamo di fronte è enorme. Si sta innescando un cambiamento. Signor Presidente del Consiglio, lei e il suo Governo state facendo in modo che di questa vicenda, in modo garbato e positivo, sia informata tutta l'Italia e questo non era mai accaduto.” Infine sull’ex Ilva Emiliano ha parlato della necessità di liberarsi dalla monocultura dell'acciaio: ”Attendo di essere convocato insieme al sindaco e a tutte le componenti della città per cominciare innanzitutto ad essere informato rispetto a quello che sta accadendo, poi per poter partecipare, per quel che è il nostro ruolo, alle decisioni che verranno adottate”. “La nostra posizione è che stiamo lavorando in questo negoziato, ha detto il Presidente del Consiglio Conte intervenendo sulla vicenda Ex Ilva. Abbiamo coinvolto la parte pubblica, c'è Invitalia che sta lavorando con Arcelor Mittal per gli obiettivi che ci siamo proposti. "Chiudere un polo siderurgico è un problema di sistema, ha poi aggiunto, ma noi vogliamo accelerare, vogliamo accelerare la transizione energetica e preservare l'occupazione. Ora arrivano i soldi del Recovery fund, abbiamo la possibilità di farlo, costruire un alternativa è possibile. Noi abbiamo ereditato una procedura per una gara in conclusione. Abbiamo richiamato Arcelor Mittal alla responsabilità. Oggi non è pensabile gestire un impianto del genere senza avere cura delle ricadute sociali e della sostenibilità. Ma questo, ha concluso Conte, lo vedremo alla fine del negoziato. La posizione del governo è ferma, se il negoziato non darà frutti e non consentirà di raggiungere gli obiettivi, ne trarremo tutte le conseguenze.”