Ha molto meravigliato la posizione del c.destra al consiglio comunale che, sulla delibera con cui si apre la procedura di pre dissesto si è astenuto, malgrado nei giorni precedenti proprio i consiglieri di c.destra avessero sparato a zero contro l’amministrazione Rossi. La giustificazione data a tale atteggiamento è stato il fatto che è arrivata una proposta accettata dalla maggioranza con cui si propone all’amministrazione comunale, di far nascere una holding che dovrebbe nei 3 mesi che sono previsti per legge per presentare il bilancio di risanamento, alienare sotto la forma della cartolarizzazione, i beni comunali di qualsiasi destinazione, cioè abitazioni e commerciali, che secondo l’idea dei consiglieri di c.destra, potrebbe addirittura evitare il ricorso alla procedura di pre dissesto.
E’ sembrato tanto una specie di compensazione tra maggioranza e opposizione per cercare di rendere meno dura la realtà e cioè, la necessità di dover ricorrere alla procedura di pre dissesto. Nella sostanza però, siamo come sempre alle invenzioni e alle speranze perché pensare di poter attivare una procedura pubblica di vendita di immobili in 90 giorni, ottenendone dei benefici immediati sotto il profilo economico, è veramente un’utopia. Peraltro ci sono tali e tanti passaggi di carattere burocratico, che solo per quello, a un Comune come quello di Brindisi, che ha uffici certamente non organizzati al meglio, comporta tempi lunghissimi e quindi non conciliabili con i 90 giorni, termine perentorio previsto dalla legge per accedere al pre dissesto. Quindi la proposta del c.destra, accettata dalla maggioranza, sembra più un piccolo espediente per far passare la delibera del pre dissesto in modo indolore nei confronti della città, piuttosto che una reale convinzione di poter accedere a quella procedura. Questa specie di pace tra maggioranza e opposizione, ha portato anche a un consiglio comunale che praticamente non ha detto nulla alla città a proposito di quelle che saranno le scelte che l’amministrazione Rossi sarà costretta a mettere in piedi per riequilibrare i bilanci comunali, non solo dell’anno in corso ma anche di quelli a venire. Era proprio su questi aspetti che la città doveva essere informata e l’opposizione doveva svolgere il suo ruolo per spingere la maggioranza a dire ai brindisini quali sacrifici dovranno sopportare per i prossimi 10 anni. Il discorso è semplice, se il comune di Brindisi in questo anno di gestione Rossi non è stato in grado, per ammissione dello stesso assessore al bilancio D’Errico, di avere contezza dei propri conti ed allora come si fa a pensare che potranno mettere in piedi un sistema virtuoso di recupero dei crediti e di riduzione delle spese, tanto da dover ripianare il bilancio attuale e quelli futuri e pagare anche i 2milioni e mezzo all’anno previsti per sanare i debiti pregressi? Bisognerà agire con il bisturi su tantissime spese che durante questo anno l’amministrazione Rossi si è ben guardata dal limitare, ma che ha profuso in grande quantità come avevano fatto i suoi predecessori. Subito due piccoli calcoli: 500mila euro per varie manifestazioni estive e invernali, 300mila euro per lo staff del sindaco, sono già 800mila euro che si dovevano risparmiare e magari destinarle a integrare parte dei servizi sociali, che lo stesso sindaco ha detto dovranno essere rivisti. Ciò che si chiedono i brindisini è come si fa a mantenere in piedi spese del genere quando poi si conosce bene la situazione di passività dei conti pubblici? Sull’argomento abbiamo chiesto al consigliere Quarta spiegazioni di questo atteggiamento remissivo del gruppo di cui fa parte