Giuseppe Romano conbsigliere regionale
“La decisione di RFI di rendere ‘impresenziata’ la stazione ferroviaria della città di Brindisi è inaccettabile, in quanto non tiene in alcuna considerazione i gravissimi problemi che ancora esistono in questo territorio”. Lo afferma il Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia Pino Romano. “E’ noto a tutti – aggiunge Romano – che il raccordo ferroviario che consentirà ai treni provenienti dalla zona industriale di connettersi direttamente alla rete nazionale (senza entrare e sostare nel centro abitato) è ancora in fase di costruzione.
Quindi è impensabile che i treni con carri che trasportano gas ed altre sostanze pericolose sostino per ore nella stazione centrale senza il controllo diretto di capistazione e di operatori. Tutto questo è stato deciso, peraltro, senza consultare e informare nessuno. Un motivo in più perché la decisione venga immediatamente riconsiderata.
Mauro Vizzino consilgiere regionale
L’aspetto davvero più preoccupante legato alla vicenda della imminente chiusura della stazione ferroviaria di Brindisi è che se l’allarme non fosse partito da un organo di informazione RFI si sarebbe guardata bene dall’informare parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali. Un fatto gravissimo che la dice lunga della assoluta mancanza di rispetto di queste grandi società pubbliche nei confronti del nostro territorio.
Intendiamoci: nessuno vuole bloccare il progresso e soprattutto ci rendiamo conto che sia inevitabile una riorganizzazione del servizio, ma i conti non si possono fare sempre sulla carta, visto che a Brindisi esiste una situazione anomala, rappresentata dalla sosta e dall’attraversamento dei carri contenenti merci a rischio di esplosione nel pieno centro della città. La mancanza di capistazione e di operatori della circolazione renderà tutto estremamente più complesso e quindi più pericoloso. Si gioca ancora una volta, insomma, sulla pelle della gente. Proprio per questo, è necessario che venga sospesa la decisione di chiudere la stazione di Brindisi, quantomeno in attesa del completamento del raccordo ferroviario che consentirà ai treni merci provenienti dalla zona industriale di bypassare il centro abitato.
Francesco Cannalire segretario citt.Pd
La scelta di RFI di gestire i flussi ferroviari della Stazione di Brindisi da remoto, seppur dovuta a investimenti in tecnologia avanzata, non può essere sostenuta sia nel metodo che nel merito. Non condividere con il territorio, e quindi con la rappresentanza politica e con le organizzazioni sindacali e datoriali, una riorganizzazione così importante è una decisione improvvida e ingiustificata. In particolare, il ridimensionamento del personale e di figure specializzate nella gestione del traffico ferroviario della Stazione di Brindisi porterà evidenti disagi sia per flussi passeggeri sia per quelli merci, molto intesi nello scalo brindisino. Non secondarie, infatti, sono le implicazioni in materia di sicurezza che tale scelta potrebbe comportare proprio nella gestione del traffico merci, soprattutto se pericolose. Il Partito Democratico di Brindisi ha sempre aderito, dando il proprio sostegno anche attraverso la mobilitazione dei propri rappresentanti ad ogni livello, alle battaglie di tutela dei posti di lavoro e per la sicurezza come è stata la posizione avverso il piano industriale di Enav, e lo faremo anche questa volta interessando i nostri parlamentari e consiglieri regionali. È ovvio che il mio appello va soprattutto ai rappresentati locali e regionali del Movimento 5 Stelle e della Lega, affinché possano sensibilizzare il Governo, in particolare il Ministro dei Trasporti per far sospendere tale decisione ed aprire un confronto con l'Ammistrazione comunale di Brindisi, che ha in corso d'opera un progetto per portare fuori dall'agglomerato cittadino il traffico merci, e le organizzazioni sindacali e datoriali per valutare in dettaglio le scelte aziendali di RFI che riguardano Brindisi.