Questa mattina a Brindisi, il personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi e del Gruppo Forestale di Brindisi, ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi, ponendo agli arresti domiciliari Roberto e Chiara Pansardi, rispettivamente padre e figlia, per furto aggravato di numerosi esemplari di avifauna, ricettazione di fauna selvatica ed esotica e maltrattamenti di animali, per aver procurato lesioni e deterioramento delle condizioni fisiche di alcuni esemplari.
L’operazione è scaturita da un’indagine del Nucleo Investigativo, dopo la denuncia per lesioni aggravate commesse nei confronti dei fratelli di Pansardi, i quali avevano riportato sintomi di avvelenamento da “tallio”. In tale contesto, il monitoraggio tecnico nei confronti dell'arrestato, pur non confermando l’iniziale impianto accusatorio, hanno fatto emergere l’esistenza di un sistema ben organizzato, con la complicità a vario titolo di altri 4 soggetti indagati, dedito al traffico illecito di avifauna esercitato prevalentemente all'interno del Parco naturale Regionale Salina di Punta Contessa, zona tutelata ed interdetta a qualunque tipo di attività o prelievo venatorio. In particolare, l’indagine, condotta da ottobre 2018 fino ad aprile 2020, ha permesso di accertare, che i due, privi di licenza di caccia, utilizzavano mezzi vietati per legge per la cattura della fauna, attraverso sistemi fraudolenti come richiami acustici per uccelli, trappole a scatto e reti, per cui molti esemplari morivano imbrigliati per effetto del vento, del freddo e dell’annegamento e poi, con procedimenti violenti, come la tarpatura delle ali, il taglio delle penne remiganti e la recisione della prima falange, procuravano agli esemplari alterazioni tali da impedirne il volo. Non solo. I due procuravano sia animali vivi da vendere ad allevatori del centro e nord Italia o per implementare un personale allevamento per realizzare una sorta di “fattoria didattica”, sia animali morti da imbalsamare essendo Pansardi pratico di tassidermia. In occasione di eventuali controlli antibracconaggio e durante le uscite, si portavano dietro canne da pesca o la macchina fotografica, per fingersi pescatori o vigilanti AIFAO per il controllo della migrazione di specie selvatiche, oppure tenevano in auto, un berretto con la scritta “Corpo Forestale” da indossare in presenza di osservatori indesiderati. In particolare nel corso dell’attività è stato accertato che nel maggio 2019, i due avevano venduto 45 esemplari di fauna selvatica ed esotica, provento di furto, poi sottoposti a sequestro a Pezze di Greco di Fasano rinvenuti dai militari a bordo dell'autocarro dell'arrestato. Sempre nel maggio 2019, sono stati sequestrati nel corso di una perquisizione domiciliare nell’abitazione di Pansardi, 92 esemplari di fauna selvatica ed esotica provento di furto, mentre quest'anno, nello scorso aprile, sono stati arrestati Pansardi e la figlia sono stati arrestati in flagranza di reato per il reato di furto aggravato, quando nella loro auto furono ritrovati quattro esemplari di avifauna, illecitamente catturati dai due, essendo sprovvisti di autorizzazione venatorie. Contestualmente all’ordinanza in esecuzione alla misura cautelare sono stati sottoposti a sequestro preventivo 45 esemplari tra specie esotiche ed acquatiche di cui 24 sono state liberate, 9 esemplari erano deceduti e 12 specie sono state consegnate al centro recupero fauna selvatica di Bitetto(BA). E’ stata inoltre rinvenuta e sottoposta a sequestro amministrativo una rete da uccellagione.