É stato convalidato il fermo d’indiziato di delitto nei confronti di Ivan Moscogiuri, nato a Ceglie Messapica il 30 maggio 1996, residente a Francavilla Fontana, autore del tentato omicidio del 2 febbraio scorso. Moscogiuri, dopo essersi costituito il pomeriggio del 4 febbraio, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, a seguito del fermo posto in essere dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Francavilla Fontana. Il 23enne, la notte del 2 febbraio, in piazza Umberto a Francavilla Fontana, ha inflitto più di dieci coltellate all’indirizzo di un 48enne del luogo, dandosi poi alla fuga.
La vittima, trasportata dal 118 presso pronto soccorso dell’ospedale “Camberlingo”, è stata sottoposta ad un intervento chirurgico e trasferita poi al Policlinico di Bari nel reparto di chirurgia toracica, non in pericolo di vita. Anche il figlio vittima è rimasto ferito lievemente ad un fianco e visitato dai sanitari, è stato giudicato guaribile in 7 giorni. Nel giro di pochi minuti, i militari sono riusciti ad identificare l’aggressore, grazie ad alcune testimonianze raccolte ma soprattutto dopo l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza comunali. Il 23enne, vistosi braccato, il pomeriggio del 4 febbraio, accompagnato dal proprio legale, ha deciso di poi di costituirsi. Probabilmente ha trascorso due giorni nascosto in una campagna isolata, per paura di esser rintracciato dai carabinieri. La successiva consulenza medico legale ha confermato che le numerose coltellate inflitte al 48enne “erano dirette in modo non equivoco a cagionarne la morte”. Dopo aver raccolto chiari indizi di colpevolezza nei confronti del 23 enne, è stato quindi sottoposto a fermo d’indiziato di delitto per “tentato omicidio”. Il giudice per le indagini preliminari ha condiviso l’ipotesi ricostruttiva dei militari, convalidando il fermo, supportato anche dal “pericolo di fuga” ed applicando contestualmente la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere. Anche a seguito dell’interrogatorio di garanzia, non è emerso però il movente della violenta aggressione, probabilmente riconducibile a pregressi dissapori tra i due. L’arrestato non ha indicato dove è stata occultata l’arma.