I Carabinieri della Stazione Forestale di Ostuni hanno accertato che un opificio del posto, non aveva realizzato un piazzale per la raccolta delle acque superficiali e che le stesse venivano convogliate, attraverso una tubazione, in una cisterna sotterranea, predisposta per l’ accumulo di sanse e acque di lavaggio delle olive. Le sanse venivano poi recapitate ad un sansificio della zona, mentre le acque di lavaggio e di vegetazione, riutilizzate in terreni agricoli circostanti, per il miglioramento della struttura del suolo, dietro prescritta comunicazione attestante la sussistenza di requisiti fisici indicati dalla legge.
Tuttavia, il fatto che tali sottoprodotti fossero “inquinati” dalle acque provenienti dalla superficie esterna, di natura non certificata, ha qualificato tutto il contenuto della cisterna come rifiuti, peraltro non caratterizzati, smaltiti nel tempo con modalità non conformi. Pertanto, al titolare del frantoio, un 40enne del luogo, è stato contestato il reato di gestione illecita di rifiuti, con deferimento alla Procura della Repubblica di Brindisi.