I finanzieri della Compagnia di Fasano, al termine di una complessa attività d’indagine in materia di usura, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, nei confronti di un fasanese di 63 anni, mentre per un altro soggetto, un 42enne, residente a Fasano, è stata disposta la misura coercitiva dell’obbligo di dimora nella città di residenza, con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione in orario notturno. I fatti risalgono allo scorso maggio, quando durante un controllo fiscale effettuato nei confronti di una società edile di Noicattaro (BA), i finanzieri trovarono le copie di 3 assegni da 20.000 euro ciascuno, emessi in favore di un imprenditore di Fasano ed una scrittura privata con la quale l’amministratore della società si obbligava ad estinguere un debito di importo imprecisato, contratto con quest’ultimo.
Insospettiti dall’anomala circostanza i finanzieri, coordinati dalla locale Procura, hanno avviato le indagini che hanno documentato, anche a mezzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’illecita attività usuraia posta in essere ai danni dell’imprenditore edile dai destinatari dei provvedimenti cautelari. La vittima, a causa delle difficoltà economiche in cui versava l’azienda e dei gravi problemi di salute della moglie, si era rivolto per il tramite del 42enne, suo conoscente ed ex agente finanziario, al 63enne fasanese, ottenendo un prestito di 30 mila euro che avrebbe dovuto restituire in soli sei mesi versandone il doppio e rientrare in possesso dei 3 assegni dati a garanzia, in occasione della sottoscrizione della scrittura privata. Il tutto, ad un tasso usuraio calcolato del 200%. Sulla base delle evidenze investigative, il G.I.P. del Tribunale di Brindisi, ha quindi emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’usuraio e dell’obbligo di dimora nei confronti dell’intermediario.