Erano stati arrestati nel maggio 2018 a Oria e Brindisi, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Brindisi e della Compagnia di Francavilla Fontana, in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, dott. Giuseppe Biondi, che aveva accolto la richiesta avanzata dal pm Pierpaolo Montinaro, fondata sulle risultanze investigative dell’Arma nei confronti di due rapinatori, responsabili in concorso tra loro di 12 rapine in attività commerciali, commesse fra dicembre 2017 e aprile 2018. Nove rapine erano state commesse in provincia di Brindisi a Torre Santa Susanna, Cellino San Marco, Villa Castelli, Erchie, Francavilla Fontana, San Michele Salentino e Carovigno e tre in provincia di Taranto a San Giorgio Jonico, Uggiano Montefusco e Grottaglie. Ieri, i due rapinatori, Patrizio Tamburrini 36enne di Oria, e Vincenzo Tramontano 19enne residente a Latiano, sono stati condannati rispettivamente alla pena di 8 e 6 anni di reclusione.
12 gli eventi delittuosi commessi, spalmati in un arco temporale di 5 mesi e che hanno fruttato un bottino complessivo di quasi 20mila euro. In tutti gli episodi, un punto fermo è stata l’auto utilizzata dai due per la fuga, una Nissan Micra di colore grigio. In 10 rapine su 12 infatti, il mezzo era stato perfettamente identificato. Era il veicolo rubato da Tamburrini il 17 ottobre 2017 a Ostuni ad un anziano del posto. L’auto fu intercettata dai militari delle Stazioni di Torre Santa Susanna ed Erchie, l’11 aprile scorso. In quella circostanza, il conducente Tamburrini, sprovvisto tra l’altro della patente di guida perché mai conseguita, alla vista dei militari accelerò la marcia nel tentativo di fuggire. Ne scaturì un inseguimento durato oltre 30 minuti nel centro abitato e nelle campagne di Torre Santa Susanna, terminato con l’impatto della Nissan contro muretto a secco e successivamente contro un albero. La perquisizione eseguita nella sua abitazione, permise di rinvenire una pistola in metallo tipo Beretta 92 a salve marca “Bruni” calibro 8, modificata con l’asportazione del tappo rosso. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti tutti gli eventi delittuosi di cui si sarebbe reso responsabile, attraverso l’esame delle immagini degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati dei luoghi delle rapine. È emerso così che 6 delle 12 rapine le aveva commesse in solitaria, armato della pistola scacciacani rinvenuta nel corso della perquisizione e con il volto travisato da passamontagna o maschere. Le rimanenti 6 rapine le ha perpetrate insieme a Tramontano.