È di queste ore la sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Brindisi che ha condannato con il rito abbreviato, Maurizio De Michele alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione, Michele Cera alla pena di 9 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, Emanuele Darimadea alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione e Giuseppe Castrovillari alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione. I quattro hanno beneficiato dello sconto di 1/3 della pena per la scelta del rito, gli altri indagati hanno optato per essere giudicati con il rito ordinario. Grazie alle risultanze delle indagini condotte dai Carabinieri di Oria, si è arrivati all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone, 7 ristrette in carcere, 3 ai domiciliari e una all’obbligo di dimora, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti in abitazione e furti di auto-motoveicoli, nonché ricettazione dei relativi pezzi di ricambio, fatti commessi fra il febbraio 2017 e il marzo 2018 tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto.
25 in totale le persone indagate, tra cui 11 destinatari del provvedimento cautelare, identificati grazie ad attività tecniche, nonché all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza sia pubblici che privati. Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi, con conseguente restituzione a seguito di richiesta estorsiva mediante il sistema del “cavallo di ritorno”, nonché svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate, due di favoreggiamento e un’evasione. Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati. L’associazione per delinquere era caratterizzata da un gruppo di “vertice”, composto da 2 soggetti con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio; una parte operativa composta da 6 persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da rubare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima e due uomini ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate.