Il sindacato Cobas ha partecipato all’ incontro con i commissari UE tenutosi ieri presso la sede della Regione Puglia a Brindisi.All’incontro hanno partecipato, previo espresso invito della Regione, tutti i portatori di interesse sull’ “emergenza xilella” dalle associazioni datoriali di categoria ai rappresentanti dei comitati e associazioni di difesa dell’ ambiente e del territorio salentino.Mancava però la convocazione dei sindacati che anch’ essi sono portatori di interesse sia per le ricadute sui lavoratori agricoli e sia sulle preoccupanti ricadute sulla salute dei lavoratori stessi che sull’ ambiente per gli effetti delle disposizioni contenute nel DM 935 del 13/02/2018 (il c.d. decreto Martina).
Dopo aver spiegato agli organizzatori le ragioni della necessità del sindacato Cobas di poter essere ammesso all’ incontro con i commissari UE lo stesso rappresentante del Cobas è stato ammesso come uditore.
Il sindacato Cobas ritiene interessante l’incontro che pone finalmente le basi per un maggiore approfondimento sulle enormi contraddizioni che finora ci sono state nella gestione della “emergenza xilella” da parte di Unione Europea, Ministero agricoltura e foreste e Regione Puglia.
Fino ad oggi ,dopo 8/9 anni che il batterio si è manifestato per la prima volta a Gallipoli, è avvenuto di tutto tranne che un programma preciso e deciso per affrontare l’ espandersi del batterio, considerato il killer degli ulivi, dal Salento al nord della Puglia.
Il Decreto Ministeriale 935 non fa altro che in maniera ultra tardiva di riesumare il tristemente famoso “piano Silletti” che aveva lo scopo principale di desertificare il Salento con abbattimenti e eradicazioni di alberi di ulivo presunti infetti e tutte le essenze vegetali intorno nel raggio di 100 mt .
Oggi aggravato dall’obbligatorio uso di erbicidi e pesticidi in quantità enormi senza uno straccio di valutazione ambientale strategica, senza una valutazione di impatto ambientale, senza una valutazione di impatto sulla salute dei lavoratori e di conseguenza sui cittadini, senza una valutazione di impatto sulla biodiversità, senza una valutazione di impatto sull’ economia del territorio.Sirischia di realizzare un deserto ed un disastro ambientale senza aver capito ancora le ragioni del contagio.
Il DM 935 non è altro che la riproposizione del fantasma del passato del “piano Silletti” che era stato letteralmente bloccato dalla Procura della Repubblica di Lecce nel dicembre 2015 con la conseguente iscrizione nel registro degli indagati di 10 persone per reati ambientali di varia natura tra le quale lo stesso Silletti incaricato di eseguire lo scellerato piano di eradicazione.Il decreto Martina sta trovando però sempre più forti resistenze dei cittadini e degli agricoltori nel Salento e nella zona nord della provincia di Brindisi dove sembra sia arrivato il batterio.
Questo corto circuito istituzionale ha fatto perdere di vista la razionalità dei provvedimenti fin qui adottati e a questo bisogna aggiungere anche il tentativo costante di una sorta di terrorismo che addossa le colpe di quello che sta avvenendo a chi fa solo delle domande e pone legittimi interrogativi.
In ogni caso queste contraddizioni documentate sono state poste ai commissari EU dai portatori dell’ interesse collettivo, associazioni, movimenti e comitati con le quali il sindacato Cobas collabora ed è parte attiva per la tutela e la salvaguardia dei territori e dei lavoratori agricoli e operatori economici del comparto che loro malgrado stanno subendo sulla loro pelle le imposizioni demenziali del decreto Martina.
L’ auspicio è che i commissari UE nel riportare a Bruxelles i contributi delle associazione possano servire a far cambiare strategia a UE, MIPAAF e Regione Puglia .
Dobbiamo riflettere prima che questo provvedimento rechi danni irreversibili al territorio salentino in termini ambientali, di salute ed economici.
L’ altro auspicio è che l’ Unione Europea apra finalmente le porte alla ricerca a 360° e che indichi all’ Italia quale suo Stato membro di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono la interdisciplinarità della ricerca che finora è stata appannaggio dei soliti pochi intimi e che nelle more venga posto in testa a tutto il principio cardine che deve mettere tutti d’ accordo e a pari dignità ovvero il principio di precauzione.
Il Cobas continuerà a seguire gli sviluppi insieme alle realtà in lotta per la difesa del territorio contro l’ applicazione del decreto Martina partecipando attivamente alle assemblee e alle manifestazioni sul territorio.