La scelta del Governo Meloni, attuata con l’approvazione della legge di bilancio 2023, di tagliare i fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole è estremamente grave e pericolosa. Infatti rischia di acuire il disagio sociale di tante famiglie che così non avranno nessuna tutela economica per garantirsi un tetto. La semplicità e la superficialità con cui questo Governo colpisce le fasce deboli è davvero preoccupante.
Per questo serve una mobilitazione generale da parte di tutte le amministrazioni locali che rappresentano l’ultima, se non l’unica, protezione concreta alle fasce deboli della cittadinanza e che ora diventeranno ‘incolpevoli-colpevoli’ di una crescente situazione di disagio di tante famiglie a cui finora sono stati erogati i contributi affitti previsti dalla legge n. 431 del 1998.
Il Comune di Brindisi nel 2022 ha accolto 315 domande ed erogato fondi per quasi 600mila euro, di cui 500mila euro erano costituiti proprio dai trasferimenti dello Stato per il tramite delle regioni e che ora sono stati tagliati. Per questo il gruppo consiliare di Brindisi del Partito Democratico ha depositato un ordine del giorno da discutere in Consiglio Comunale, finalizzato a sensibilizzare l’amministrazione sulla problematica, che auspichiamo possa essere sostenuta all’unanimità, e che impegna Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale a coinvolgere su questo tema importante l’Anci e i parlamentari del territorio.
È importante ribadire, quindi, la netta contrarietà alla scellerata decisione di tagliare i fondi affitti ed a questa ingiustizia sociale che rischia di abbandonare al loro destino le famiglie in condizioni di estrema fragilità. Di seguito l’ordine del giorno che verrà discusso in consiglio comunale:
ORDINE DEL GIORNO
AI SENSI DELL’ART. 64 DEL VIGENTE REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE
Contrarietà alla sospensione del fondo di sostegno all’affitto e del fondo per morosità incolpevole prevista dal Governo Meloni nella legge di bilancio 2023
CONSIDERATO:
- che a mente dell’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei diritti umani (cd. Dichiarazione ONU) “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari (…)”;
- che a tenore dell’art. 47 della Costituzione “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione (...)”;
- che come osservato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 217 del 1988, “Il diritto all’abitazione rientra fra i requisiti essenziali caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzione”; (…) “Creare le condizioni minime di uno Stato sociale, concorrere a garantire al maggior numero di cittadini possibile un fondamentale diritto sociale, quale quello all’abitazione, contribuire a che la vita di ogni persona rifletta ogni giorno e sotto ogni aspetto l’immagine universale della dignità umana, sono compiti cui lo Stato non può abdicare in nessun caso”;
CONSTATATO
- che l’attuale livello degli affitti sul mercato privato della casa è per molte famiglie, coppie giovani, persone sole, lavoratori part-time, autonomi e professionisti, e studenti letteralmente insostenibile a causa della diffusione del lavoro povero e precario, della stagnazione decennale dei salari medio-bassi e dei livelli crescenti di disoccupazione ed inflazione;
- che il quadro delle condizioni abitative in Italia è divenuto più critico a cagione degli effetti della perdurante crisi economica ed occupazionale, ed oggi anche energetica;
- che la domanda di abitazioni, in conseguenza di quanto sopra, si è progressivamente inasprita ed ha assunto carattere emergenziale per una fascia di popolazione sempre più estesa e variegata per età nonché per condizione lavorativa e reddituale;
CONSTATATA, inoltre, la situazione contingente in cui versa l’intero Paese a cagione delle conseguenze economiche derivanti dalla pandemia da Covid-19 e dal conflitto bellico in atto tra Russia ed Ucraina, che hanno acutizzato il disagio abitativo, divenuto ormai proprio non soltanto delle fasce tradizionali di richiedenti, ma anche di coloro che non hanno redditi così bassi per poter accedere all’edilizia popolare e neppure così alti da poter ricorrere al mercato delle locazioni private;
ATTESO che quasi tutte per morosità, nei confronti di cittadini e famiglie che hanno perso il lavoro o sono prive di reddito adeguato, ergo non più in grado di corrispondere l’affitto, costituisce, allo stato attuale, un vero e proprio dramma sociale, insieme a quello di chi non è più in grado di onorare i mutui contratti per l’acquisto della casa;
PRESO ATTO della circostanza che nell’ultima versione della Legge di Bilancio per il 2023 (Legge n. 197 del 29.12.2022, recante “Bilancio di Previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e Bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025) è stata prevista la sospensione dei fondi di sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, azzerando i capitoli di spesa previsti;
RILEVATO che, nonostante la natura non strutturale, i contributi all’affitto e per la morosità incolpevole hanno costituito negli ultimi anni uno strumento utile per alleviare il disagio abitativo, calmierare i canoni di locazione, agevolare la contrattazione tra inquilini con basso reddito e proprietari e, quindi, fornire un sostegno ai cittadini con difficoltà economica impedendo o ritardando gli sfratti, fino a consentire ai nuclei familiari in difficoltà di trovare un’altra sistemazione abitativa;
RICORDATO che, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’ISTAT sulla povertà in Italia, ci sono oltre 900 mila famiglie in affitto in condizione di povertà assoluta (il 45% circa del totale delle famiglie in affitto, pur rappresentando il 20% del totale della popolazione residente) e su queste pendono circa 150 mila sfratti esecutivi, di cui il 90% per morosità;
DATO ATTO che la realtà abitativa di Brindisi è anch’essa segnata da una grossa fascia di famiglie a rischio povertà, tanto è vero che nel 2022, per l’anno 2021, l’Amministrazione Comunale ha accolto 315 richieste di contributi legati agli affitti, la cui copertura economica era in gran parte legata ai fondi statali (circa 500.000 euro a valere su finanziamento statale previsto dalla Legge n. 431/98 e circa 83.000 euro a valere su finanziamento comunale);
PRECISATO che la stessa Legge di Bilancio 2023 prevede, tra l’altro, una forte riduzione della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza che, al netto dei suoi limiti, ha costituito in questi anni uno strumento per frenare l’impoverimento e sostenere il livello dei salari che, in Italia, sono fermi o diminuiti nel corso degli ultimi 20 anni;
DATO ATTO che, dinanzi a tale scenario nazionale e locale, la grave scelta del Governo di “stralciare” e azzerare dalla Legge di Bilancio 2023 il finanziamento del fondo di sostegno all’affitto e quello per morosità incolpevole incide pesantemente sulla già grave situazione di sofferenza abitativa vissuta da cittadini e famiglie, in particolare quelle monoreddito o mono componente, già provate dalla perdita del lavoro a cui si aggiungerebbe la mancanza della casa, in una spirale che può trascinare migliaia di persone sotto la soglia della povertà;
DATO ATTO, inoltre, che senza il contributo statale di cui si discute si determineranno seri e gravi problemi di morosità, sfratti e contenziosi con effetti gravi su Regioni e Comuni in modo particolare, i quali gestiscono le risorse stabilite dallo Stato per l’assegnazione degli aiuti e che, in assenza delle stesse, non saranno in grado di rispondere adeguatamente agli aventi diritto, se non utilizzando maggiori risorse proprie;
ATTESO che la scelta governativa di non rifinanziare il contributo all’affitto ha l’effetto di acuire le disuguaglianze esistenti nella società, anche in considerazione del fatto che, allo stato, non esiste alcuna prospettiva di soluzione concreta e strutturale della sofferenza abitativa per quelle fasce che, per reddito o condizioni sociali, hanno maggiori difficoltà ad accedere al mercato della casa;
CONCLUSO che, in assenza di contributi sociali per l’affitto e di un fondo per la morosità incolpevole, nonché in assenza di misure strutturali contro l’emergenza abitativa, la città di Brindisi rischia di vivere un ulteriore e drammatico aumento degli sfratti e delle persone senza casa;
RITENUTO, quindi, necessario fronteggiare concretamente le problematiche connesse alle esigenze dell’inquilinato in progressiva perdita di autonomia, problematiche che rischiano di costituire anche un problema di ordine pubblico;
IL CONSIGLIO COMUNALE
IMPEGNA il Sindaco e la Giunta ad intervenire urgentemente, anche attraverso l’ANCI, presso il Governo affinché la Legge di Bilancio venga modificata nel senso di reintegrare, aumentandola adeguatamente, la dotazione finanziaria degli aiuti sociali per l’affitto casa e per la morosità incolpevole, prevedendo altresì uno stanziamento pluriennale, destinato ai Comuni e agli enti gestori di edilizia pubblica, per l’acquisto di nuove unità immobiliari ed il recupero di case popolari oggi inutilizzate;
IMPEGNA il Presidente del Consiglio Comunale di Brindisi a trasmettere questo documento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a tutti i gruppi parlamentari, in particolare a tutti i parlamentari del territorio, affinché si facciano portatori di queste richieste in sede parlamentare, e all’ANCI.
I consiglieri comunali del Partito Democratico
Aggiano Denise, Carbonella Alessio, D’Onofrio Giampaolo, Cannalire Francesco