Mesagne:Cisl Taranto-Brindisi i lavori del consiglio generale

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Il discoriso di apertura del segretario Solazzo :

Rivolgo un caro saluto a tutte e a tutti; un saluto particolare al nostro Segretario Generale CISL Puglia, Antonio Castellucci, che ringrazio per la sua presenza.

Dopo un anno e mezzo di incontri, per lo più realizzati a distanza, siamo oggi in presenza, ritornando a beneficiare del rapporto diretto, reale, non virtuale; per rivivere un appuntamento statutario in cui i nostri volti e le nostre voci non saranno azionati da un click, su un PC o su uno smartphone.

Nell’ultimo anno c’è stato un vero e proprio boom di incontri virtuali: teleconferenze, didattica a distanza, piattaforme di condivisione, telelavoro, smart working.

Un processo di transizione digitale accelerato dall’emergenza pandemica, al quale però si è aggiunta una transizione ancor più incisiva, che maggiormente condizionerà i nostri sistemi produttivi, sociali, ambientali, occupazionali, i nostri stili di vita, non escludendo nessuno: è la transizione ecologica.

Siamo nel mezzo di una rivoluzione epocale che non ha uguali nella storia, perché se è facile prevedere che ci saranno profondi cambiamenti, è più difficile comprendere esattamente dove questi cambiamenti porteranno.

Sostanziale si ripropone, dunque, il nostro ruolo sindacale di tutela e di rappresentanza, affinché a vecchie diseguaglianze non si sommino nuove diseguaglianze.

Il virus da Covid-19 ha messo a nudo le contraddizioni di un liberismo globale senza regole che, negli ultimi vent’anni, ha prodotto vere e proprie fratture nel corpo sociale.

La pandemia ha colpito i settori più fragili della società: anziani, giovani, donne, persone in stato di bisogno.

Fragilità presenti non solo alle nostre latitudini ma anche in quella parte di mondo che già viveva una profonda precarietà economica, sociale e politica; al punto che uomini, donne e bambini sono pronti a perdere la propria vita pur di ritrovare il diritto ad una esistenza dignitosa.

Le scene osservate presso l’aeroporto di Kabul, di mamme e padri che lanciano i propri figli al di la di un filo spinato, nelle braccia di soldati, per dar loro la speranza di un mondo migliore, sono ancora davanti ai nostri occhi.

“La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali, si esce meglio o peggio” ha affermato Papa Bergoglio.

Sicuramente, manifestare indifferenza verso quelle tragedie umanitarie significherebbe uscirne peggio.

Il virus è stato più forte di qualunque confine geografico e non ha risparmiato nessuno: parte ricca e parte povera del pianeta, senza distinzione di razze, sesso, religioni, culture, età, colori della pelle.

Di contro, a causa della miopia egoistica della parte più ricca del mondo, il vaccino ha  incontrato altri confini: confini culturali e umani.

Nazioni come la Gran Bretagna e il Canada hanno scorte per vaccinare con due dosi rispettivamente 4 e 5 volte i propri i cittadini e, di contro, Paesi come l’Uganda hanno vaccinato con due dosi poco più dell’1% della popolazione.

In Italia siamo, poi, al paradosso di mettere sotto scorta medici, scienziati, giornalisti, per timore di aggressioni, anche violente, da parte dei cosiddetti no vax, solo perché si invita la popolazione alla tutela sanitaria, per sé e per gli altri.

Solo un mese fa, l’OMS lanciava l’allarme sul rallentamento del ritmo delle immunizzazioni in Europa, che con la variante Delta rischiava di far salire la conta dei morti a 236mila in più entro dicembre.

E’, questo, il tempo della responsabilità, amiche e amici!

Opportuna la scelta della CISL di invitare pubblicamente ciascuno a far bene e con chiarezza la propria parte, con ciò determinando, intanto, la svolta del Governo sul green pass; ma è l’obbligo vaccinale che resta per noi la strada più efficace, così come determinante, per la Cisl, sarà la garanzia sulla gratuità dei tamponi per i lavoratori fragili.

Contestualmente vanno trovate soluzioni temporanee e transitorie come i tamponi calmierati, per la durata dell’emergenza sanitaria, così da scongiurare che, sui lavoratori, si carichino costi impropri.

Governo e Parlamento, dunque, si assumano le loro responsabilità, secondo Costituzione.

Noi ci siamo, pronti ad onorare il nostro compito, come quello di rivedere i Protocolli per aggiornarli e migliorarli, per una ottimale gestione

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