Bari – 15 settembre 2021 – “Il „decreto controlli‟ sulla sicurezza antincendi firmato dal Ministro degli Interni Lamorgese aggrava inutilmente gli adempimenti di migliaia di imprese di installazione impianti, già duramente provate dall‟ultimo periodo di pandemia. Non è questo il modo in cui si garantisce la sicurezza dei cittadini”.
Confartigianato Impianti e altre associazioni di categoria hanno duramente contestato la previsione del decreto che impone decine di ore di formazione a pagamento per i dipendenti delle imprese che operano sugli impianti antincendio al fine di certificare competenze già in loro possesso. “Questo ulteriore e oneroso carico di formazione appare del tutto ingiustificato ai fini dell‟acquisizione di competenze” – ha sostenuto il presidente regionale degli impiantisti di Confartigianato Puglia, Luigi Ficelo. Lo stesso Ficelo è componente designato da Confartigianato in seno all’Istituto Superiore Antincendi - C.C.T.S. per la prevenzione incendi. Secondo Ficelo: “Il nuovo decreto sembra ignorare che le nostre imprese sono già autorizzate ad operare in base a severi e precisi requisiti di legge per garantire l‟efficienza e la funzionalità dei sistemi antincendio. Peraltro, il rispetto delle norme di abilitazione in vigore da 30 anni prima con la legge 46/1990 e poi con il D.M. 37/2008 prevede la nomina di un responsabile tecnico che si assume totalmente ogni responsabilità (penale e civile) della corretta esecuzione a regola d‟arte del lavoro. Immagino sia difficile fare più di così. È questa la posizione che abbiamo rappresentato e ribadito a più riprese nei diversi incontri svolti e che, evidentemente, non si è voluta prendere in considerazione. “Per questo – continua Ficelo – chiederemo la modifica del decreto. Sia chiaro: non è in discussione il principio della massima sicurezza dei sistemi antincendio, anzi. Il punto è che, come dimostrano anche i recenti episodi verificatisi a Milano e a Torino, l‟unico modo per garantire realmente la tutela della sicurezza passa da un efficace sistema di controlli, da verifiche periodiche e dalla creazione di un catasto degli impianti antincendio. Costringere imprese già ampiamente qualificate a sobbarcarsi i costi diretti e indiretti di ulteriori e onerosi corsi di formazione – oltre a quelli che già sopportano – fa solo il gioco di chi intende speculare e questo è assolutamente intollerabile, considerato anche il momento di profonda difficoltà economica con cui operiamo”.