"Storie di casa mia": la seconda call su Oniricall

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Oniricall è un progetto culturale a sfondo artistico-sociale che si propone di incentivare e stimolare la libera creatività dei cittadini, promuovendo una partecipazione aperta a tutti che non richiede alcuna abilità o competenza artistica specifica.

Si presenta come uno spazio virtuale consultabile su www.oniricall.org in cui chiunque, partecipando ad una chiamata alle arti a tema (call), può pubblicare la propria opera collocandola su un punto della mappa della città di Brindisi. La costruzione e la condivisione di questa mappa diviene occasione per riappropriarsi del tessuto urbano, reinventarlo e immaginarlo in maniera diversa attraverso l’arte, rendendo ogni partecipante sia attore che fruitore di una inedita e positiva visione della città.

"STORIE DI CASA MIA": LA SECONDA CALL SU ONIRICALL

Il 7 marzo 2021 Brindisi ha ricordato lo sbarco dall’Albania di migliaia di uomini, donne e bambini nel porto della città, celebrando il trentennale di un evento che fece registrare un formidabile moto di accoglienza e di solidarietà spontanea. In quell'occasione la grande storia entrò letteralmente nelle case dei cittadini di Brindisi e della sua provincia e si fece piccola storia, vissuto personale. La call "Storie di casa mia" è una “chiamata alla testimonianza e alle arti”, attraverso la quale vogliamo dare spazio a ciò che del marzo 1991 è rimasto nella memoria: un episodio, un dettaglio, un incontro vissuto o raccontato da altri. Ti chiediamo soltanto di rielaborarlo creativamente e collocarlo in un punto della mappa di Brindisi o del tuo territorio, significativo per te e per la storia di accoglienza che intendi condividere. Non è necessario avere abilità artistiche per poter partecipare. Abbiamo bisogno del tuo contributo per ridisegnare la mappa della città di Brindisi e portare alla luce quei luoghi in cui abitarono e abitano episodi e storie di accoglienza. Testimonianze personali e familiari che concorrono a delineare la memoria collettiva, consapevoli del fatto che solo prendendosi cura della memoria dell’accoglienza è possibile costruire comunità accoglienti.

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