Conferenza stampa convocata sabato scorso dall’Associazione Giustizia per Taranto in merito alle ultime novità sul contratto ArcelorMittal-Cimolai. Gli esponenti dell’associazione, che si batte per uno sviluppo ecologico, etico e sociale del territorio di Taranto, ha analizzato, documenti alla mano, i risvolti della vicenda ex Ilva, dopo la rottura tra ArcelorMittal e Cimolai, l’azienda incaricata di alcune opere di ambientalizzazione. Una scelta gravissima, secondo l’associazione che ribadisce che la “copertura dei parchi è insufficiente a bloccare le polveri della fabbrica sulla città e nel quartiere Tamburi.
È documentato che i picchi di malattie cardiovascolari durante i wind days, i giorni di forte vento, sono aumentati. L’Ilva, con qualunque denominazione la si voglia raccontare, non la vogliamo più. Non ci interessa area a caldo aperta o chiusa, decarbonizzazione, forni elettrici. Vogliamo quella fabbrica fuori dalla città”. Comune e Regione intanto puntano su un accordo di programma per bonifica, riconversione e sviluppo del polo siderurgico di Taranto, che contempli la chiusura delle lavorazioni a caldo dell’acciaio, tutele occupazionali e un più ampio progetto di risanamento. Per il 9 è stato convocato un tavolo di confronto.