E’ andato in scena sul palco del Teatro Verdi, uno dei capolavori di Luigi Pirandello, “Il berretto a sonagli”, interpretato da Gianfranco Jannuzzo, per la regia di Francesco Bellomo. Storia di corna e onore, di verità nascoste e follia, ma soprattutto una storia d’amore assoluta, ha commentato il protagonista, come quello delle tragedie greche. Con Jannuzzo, in scena nel ruolo di Ciampa, Emanuela Muni, Rosario Petix, Carmen Di Marzo, Alessandra Ferrara, Claudia Tosoni, Alessio Di Clemente e Anna Malvica. L’opera pirandelliana racconta di un marito che pur consapevole dell’adulterio della moglie, in un periodo in cui esisteva il diritto d’onore, accetta per amore la situazione.
Unica condizione è di conservare il rispetto del paese. Il marito tradito è Ciampa, impiegato di un ricco signore che ha una relazione proprio con sua moglie. Anche quest’ultimo è sposato, con Beatrice che, a differenza di Ciampa, non accetta il tradimento del marito ed escogita il modo per smascherarlo. Obiettivo della donna è rovinargli la reputazione. Ciampa, che non vuole assolutamente indossare il “berretto a sonagli”, metafora di “cornuto”, è deciso a difendere il suo matrimonio e la sua dignità e allora trova la soluzione. Nella drammaturgia ricadono tanti temi cari a Pirandello: la finzione e la verità, il gioco delle maschere, la nostra immagine sociale, quello che siamo e quello che pensiamo di essere. La regia di Francesco Bellomo colloca la vicenda nell’immediato dopoguerra e recupera situazioni tipiche del mondo siciliano di quel tempo. Suggestive le musiche di Mario D’Alessandro e la scenografia di Carmelo Giammello, ispirata alle case siciliane dell’epoca. Una tragicommedia in pieno stile pirandelliano che ha fatto ridere e riflettere il pubblico presente.